Inutile dire che non si è trattato del solito concerto estivo. Scelta coraggiosa quella del “Festival Note di Notte” pienamente ripagata dal successo di pubblico, stupito e divertito da una insolita performance sonora e visiva. Roba da leccarsi le orecchie verrebbe da dire: perché non capita tutti i giorni di assistere ad un concerto in cui gli strumenti sono realizzati direttamente sul palco partendo da venticinque chili di ortaggi variamente elaborati. Ensemble atipica la Vegetable Orchestra. Nove funambolici artisti seguiti da un tecnico del suono e da un cuoco che hanno deciso di portare a livelli estremi la sperimentazione sonora iniziata negli ‘80 da gruppi ormai feticcio per gli amatori del genere quali i Kraftwerk – ai quali la Vegetable Orchestra rende spesso un tributo doveroso durante i concerti – cercando di trarre musicalità dagli ortaggi alla ricerca di un suono puro, primitivo, depurato di armonici e di melodia. Porri come violini, carote per flauti, zucche percussive, nacchere-melanzane e prezzemolo maracas che hanno guidato il pubblico ragusano attraverso un percorso fatto di suoni distorti ed atmosfere rarefatte. Di utile supporto poi la regia video, che ha permesso agli spettatori di seguire da vicino la realizzazione degli strumenti e il loro utilizzo da parte degli artisti della Vegetable Orchestra. Strumenti che talora comportano qualche inconveniente tecnico: alla richiesta del bis infatti, gli artisti dell’ensemble hanno fatto notare che alla fine dei loro concerti gli “strumenti” risultano irrimediabilmente compromessi e così sostituiscono alla replica consueta una zuppa di verdure cucinata dal loro cuoco.
Ancora un successo per Note di Notte e i suoi organizzatori, che hanno mostrato di saper osare ed andare oltre quelli che sono i clichè musicali proposti in provincia, alla scoperta di nuove sonorità e diverse – ma non per questo meno valide – realtà musicali.
Marco Blanco