L’amministrazione comunale ha approvato un documento da inviare, per la sottoscrizione, agli altri trenta comuni aderenti al circuito di “Mete Comuni”
L’amministrazione comunale di Scicli ha approvato in giunta un documento contenente un appello per la pace nel Mediterraneo, da inviare, per la sottoscrizione, agli altri trenta comuni aderenti al circuito di “Mete Comuni”: Alberobello, Alghero, Altamura, Avigliano, Bari, Barletta, Benevento, Bitonto, Cabras, Castelsardo, Catania, Conversano, Cosenza, Crotone, Erice, Fasano, Lecce, Martina Franca, Matera, Molfetta, Noci, Oristano, Polignano a Mare, Potenza, Quartu Sant’Elena, Salerno, San Vito dei Normanni, Taormina, Trani, Trapani.
“Una condizione imprescindibile per l’internazionalizzazione del Mezzogiorno è l’avvio e il finanziamento di progetti che alimentino il dialogo con il Nord Africa e i Balcani. È questa una politica in grado di riscattare la perifericità delle regioni obiettivo 1 rispetto al baricentro della nuova Europa, che gravita intorno all’area baltica”, spiega il sindaco Bartolomeo Falla.
Scicli è parte del progetto “Italia Internazionale. Sei Regioni per cinque Continenti”, impegnato nel portare avanti progetti e attività in grado di favorire la collaborazione tra le regioni del Sud e i Paesi del Mediterraneo.
“Le città del Mezzogiorno d’Italia possono avere un ruolo autonomo e significativo nelle relazioni internazionali riguardanti il patrimonio culturale. La condizione è che siano collegate in una rete euromediterranea” –prosegue il primo cittadino-.
Per questo motivo il progetto “Italia Internazionale. Sei Regioni per cinque Continenti” del Ministero degli Affari Esteri ha appoggiato la creazione di “Mete Comuni”, una rete di città del Mezzogiorno volta ad affermare il ruolo degli enti locali nello sviluppo di programmi di cooperazione culturale mediterranea.
A questi trenta comuni aderenti alla rete Scicli ha inviato ora un appello.
“Una guerra è in corso da giorni nel Mediterraneo. Una guerra che ha prodotto devastazioni materiali, lutti, profondi disagi per la popolazione civile e creato preoccupazioni per un ulteriore aggravamento della situazione medio-orientale che appare sempre più drammaticamente vicina –si legge del documento della giunta Falla inviato agli altri comuni della rete-.
In pochi giorni è stato cancellato lo sforzo fatto dal Libano per ricostruirsi fisicamente, economicamente ed istituzionalmente dopo la lunga e devastante guerra civile. Un paese che malgrado le ferite lasciate da tale periodo ha mostrato di aver interiorizzato principi di democrazia; quegli stessi principi che hanno portato alla forte spinta popolare e pacifica che nella primavera scorsa ha indotto al ritiro l’esercito siriano.
I rifugiati interni al Libano sono oramai centinaia di migliaia e le città del centro nord del paese stanno usando tutte le loro energie per accoglierli. Il sostegno della comunità internazionale si è messo in moto per alleviare il loro disagio; purtroppo tale aiuto rischia di non poter raggiungere le popolazioni finché perdurano gli scontri.
Dall’altra parte di un confine sempre più labile e incerto, le città del Nord di Israele sono anch’esse vittime della situazione di guerra.
Più giù ancora la drammatica situazione della popolazione della Striscia di Gaza continua ad essere gravissima.
Un Medio Oriente che brucia nuovamente e brucia il convivere pacificamente che ogni città, sia essa libanese che israeliana e palestinese, tesse nella sua quotidianità.
La rete Mete Comuni – accanto a tante associazioni e reti di città italiane ed europee – è impegnata nella costruzione di rapporti di cooperazione ed amicizia tra uomini e donne delle città del Mediterraneo. Il dialogo e lo scambio sono gli strumenti che le città mediterranee hanno messo in campo per assicurare stabilità e sviluppo alle loro popolazioni. Ma senza la pace questo non ha senso; senza la pace nessun progetto, nessuna iniziativa può sopravvivere.
Di fronte a questa tragica situazione, le città italiane di Mete Comuni, costituitesi in rete nella convinzione che il Mediterraneo non possa esistere che come luogo di pace e che la pace si costruisca anche attraverso lo sforzo comune dei cittadini, sottoscrivono questo appello per un cessate il fuoco immediato e chiedono a quanti si oppongono alla guerra in corso di manifestare apertamente il loro dissenso e di unire gli sforzi perché si riattivino i canali del dialogo quale unica via per la costruzione di un Mediterraneo di pace.
Pochi giorni prima dell’inizio della guerra, Mete Comuni aveva incontrato i rappresentanti di una rete di città libanesi per preparare un’iniziativa di cooperazione e scambio di esperienze tra alcune città italiane e libanesi. Queste settimane di guerra hanno interrotto questo lavoro, ma non le relazioni, non l’impegno a lavorare congiuntamente per il dialogo ed il progresso economico, sociale ed istituzionale. E’ da quanto già seminato che la rete Mete Comuni intende ripartire nella consapevolezza che tanto più forti sono queste relazioni, tanto più viene depotenziato lo strumento della guerra come modalità di confronto.
Perché la richiesta del cessate il fuoco sia accolta dai vertici delle istituzioni nazionali ed internazionali occorre che essa sia assunta e ribadita da più voci possibili.
Mete Comuni invita, pertanto, le città italiane ed europee, le Regioni e le autonomie locali dei paesi del Mediterraneo ed essere parte di questa azione di pace”.
Giuseppe Sava’