PRESUNTI SCAFISTI RESTANO IN CARCERE

Restano in carcere i due presunti scafisti, arrestati dagli agenti della Squadra Mobile di Ragusa e del Commissariato di Polizia di Modica, lo scorso fine settimana a seguito dello sbarco a Pozzallo su un natante di appena 14 metri dei 95 clandestini, dopo essere stati intercettati al largo di Cava d’Aliga. Fanani Ahmed, 25 anni, e Abd Samas Rafik, 24 anni, sono comparsi ieri davanti al Gip del Tribunale di Modica, assistiti dall’avvocato Nino Frasca Caccia. I due si sono dichiarati innocenti ed hanno detto di essere anche loro componenti il carico umano. Sono, poi, addirittura, passati al contrattacco asserendo di essere stati indicati e, dunque, accusati dagli altri clandestini per una sorta di vendetta a causa di una lite scoppiata durante la traversata. Fanani e Rafik hanno, pure, chiesto un confronto con i loro accusatori. Il magistrato, in ogni modo, ha deciso di convalidare il fermo ed anche il mantenimento della restrizione presso l’Istituto Penitenziario di Modica Alta con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I clandestini sbarcati a Pozzallo sono stati già trasferiti presso il centro di permanenza temporanea di Crotone. Tra loro, secondo quanto avrebbero dichiarato i due arrestati, ci sarebbero i veri scafisti, che, eventualmente, riconoscerebbero in caso di confronto. Sarà la Procura della Repubblica di Modica a decidere se indirizzare su questa ipotesi le indagini. I due presunti scafisti si erano dichiarati marocchini, ma dai controlli emerse, invece, che sono egiziani. Nel corso degli accertamenti e, soprattutto, grazie alle impronte digitali, è emerso che Fanani Ahmed l’anno scorso era stato condannato, attraverso il patteggiamento della pena, dal Tribunale di Agrigento ed espulso dal territorio italiano. “Non capita spesso – dice il capo della Squadra Mobile di Ragusa, Francesco Marino – che dopo un anno dall’espulsione e, dunque, dalla condanna, si torni a rischiare nuovamente il carcere. Tra l’altro sul venticinquenne pesa, oltre alla pena restrittiva anche una pesantissima multa di qualche milione di euro, come previsto dal Codice di Procedura Penale”.

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