Cronaca Giudiziaria

I due presunti scafisti, arrestati dagli agenti della Squadra Mobile di Ragusa e del Commissariato di Polizia di Modica, a seguito dello sbarco a Pozzallo dell’otto settembre scorso di 94 clandestini, si accusano a vicenda. L’avvocato Nino Frasca Caccia che aveva assistito nel corso dell’interrogatorio davanti al Gip, Fanani Ahmed, 25 anni, e Abd Samas Rafik, 24 anni, visto lo sviluppo della situazione, decide lasciare il patrocinio del primo e chiede al Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modica, un incidente probatorio a ricognizione personale di Rafik da parte di tre testi. Per Frasca Caccia è necessaria la ricognizione attraverso la prova testimoniale dei suddetti testi nonché dei militari della motovedetta che per prima avvistò ed effettuò le riprese filmate dell’imbarcazione al largo di Cava d’Aliga. Fanani e Rafik durante l’interrogatorio, avevano chiesto un confronto con i loro accusatori. Il magistrato, Giovanna Scibilia, in ogni modo, aveva deciso di convalidare il fermo ed anche il mantenimento della restrizione presso l’Istituto Penitenziario di Modica Alta con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Modica, Maria Mocciaro, ha espresso parere positivo sull’incidente probatorio. I due presunti scafisti si erano dichiarati marocchini, ma dai controlli emerse, invece, che sono egiziani. Ahmed aveva dichiarato di chiamarsi Emad Abd Alla Waheb, mentre Rafik si era professato Eslam Amgad Mohamed Abukadra. Secondo l’accusa, i due avrebbero coordinato l’imbarco dei clandestini di varie etnie sulle coste libiche nei pressi della città di Zuwarah su un barcone di circa 15 metri. Il primo era stato, in precedenza, arrestato dalla Sezione Navale di Porto Empedocle per l’identico reato e condannato attraverso un patteggiamento dal Tribunale di Agrigento ed espulso dal territorio italiano.

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