Come è noto stavamo seguendo da giorni il caso di Loredana, la ragazza rumena “ospite” nel cpt di Ragusa, alla quale non era stato consentito di avere con sé il suo cane. Una storia banale, comprensibile solo da chi è ricettivo a tali tipi di sensibilità. Loredana ci ha chiamato fino a poco fa. Piangeva come sempre. Questa notte l’hanno portata via (alle 2!!). Ci ha chiesto di poterle riportare il suo amato cane. E’ la prima ragazza cui sentiamo dire.”Voglio restare dentro il CPT fino a quando non posso portare con me Chelsea”. Ma da questa banale storia, ne è nata un’altra , che non ci asteniamo di portare a conoscenza di tutti. Fatti gravissimi. Adesso Basta! Seguendo il caso , sapevamo che per fortuna Chelsea era in buone mani sensibili, ed avendo promesso a Loredana che le avremmo fatto portare con sé il suo cane ci siamo voluti mettere in contatto con chi amorevolmente accudiva il cane: IL Sig. Distefano, dipendente C.R.I.. Abbiamo telefonato alla Croce Rossa e ci siamo fatti passare il sig. Distefano. Lunga telefonata con il sig. Distefano. Abbiamo cominciato a parlare anche di altre vicende. Ne apprezziamo molto la sensibilità e la correttezza. Oltre naturalmente ad avere la conferma, che già comunque avevamo avuto dalla stessa Loredana, che Chelsea era stato affidato da lei e non dai responsabili del cpt, come era stato detto, al Sig. DiStefano ecco di cosa altro siamo venuti a conoscenza. Come è noto il collettivo migranti in aprile 2006 ha presentato un esposto alla Procura di Ragusa per avere notizie relativamente alla morte di Christiana, la donna liberiana richiedente asilo, cui solo per l’intervento dei movimenti antirazzisti era stato permesso di uscire, nonostante 60 inutili giorni passati li dentro. Donna morta che già al momento dello sbarco accusava fortissimi dolori all’orecchio come documentato già da Medici Senza Frontiere che avevano richiesto già allora una visita specialistica. Stessa visita richiesta da Christiana stessa nonché dal suo avvocato Filippo Finocchiaro. Mai avvenuta. Come peraltro dalla stessa Christiana comunicato a noi che l’abbiamo portata una settimana dopo all’ambulatorio di S. Croce. Il sig. Giovanni Distefano ci comunica che anche lui aveva conosciuto Christiana, che la ricordava molto bene, ma che le ragazze erano due. E che questo gli risultava perché a dicembre i carabinieri avevano chiesto a lui ed un suo collega notizie relative a due ragazze, una già morta di meningite a Catania ed un’altra in fin di vita a Messina. Immediatamente il Sig. Distefano nella qualità di R.S.U , giustamente, aveva inviato una nota con la quale richiedeva di conoscere quali adempimenti sarebbero stati presi in merito per garantire la sicurezza degli operatori civili e militari e dei trattenuti nel cpt.. In data 7 settembre arrivano contestualmente tutte le rassicurazioni, dal Dott Boscherini medico del CPT, dalla Prefettura , ma anche dalla Direttrice del Centro, la quale non solo comunica che non era a conoscenza di quanto richiesto dai carabinieri e riportato dal rappresentante sindacale Sig. Distefano, ma anche che aveva avuto assicurazioni che la meningite l’avevano contratta molto tempo dopo e che comunque risultava “GRAVE SIA DA PARTE DI CHI SVOLGEVA LE INDAGINI CHE DA PARTE DI CHI NE ERA VENUTO A CONOSCENZA PARLARNE A RISCHIO DI FARE SCOPPIARE UNO SCANDALO SENZA PRECEDENTI”. Quindi va da sé che lo scandalo c’è e ne siamo convinti tutti, anche i dirigenti del Centro. Lo scandalo è determinato dal fatto che dopo quanto giustamente effettuato nel suo ruolo dal sig. Distefano lo stesso improvvisamente “non è più gradito ad operare presso il Centro”. Esattamente come il caso Fethia; Lo scandalo è determinato dal fatto che dei diversi esposti presentati alla Procura, neanche di poco conto, non abbiamo ancora alcuna notizia; Lo scandalo è determinato dal fatto che Cristiana aveva l’AIDS e questo era facilissimo scoprirlo con una semplice analisi. E l’altra ragazza?. Dove è finita l’altra ragazza?. E’ morta oppure l’hanno salvata?. E se anche l’altra ragazza aveva la stessa patologia di Cristiana l’AIDS ? Lo scandalo è determinato dal fatto che a questi luoghi, come è noto, non possono avere accesso neanche giornalisti, Medici senza Frontiere ed altri soggetti perché i fatti non si devono venire a sapere, non si devono conoscere. Lo scandalo è determinato dal fatto che a noi non è consentito neanche a distanza da dietro le sbarre di chiedere ad una donna “Come stai?”, di darle un conforto o una rassicurazione; anche solo per dirle “ci occuperemo del tuo cane”,; Lo scandalo è determinato dal fatto che siamo noi “i fuori legge”; Lo scandalo è determinato dal fatto che da questi Centri se telefoni chi risponde si può permettere di non dare il proprio nominativo per qualificarsi. Lo scandalo è determinato dal fatto che tali luoghi che seguono ancora tali pratiche sono pericolosi per tutti. Per le ospiti, per chi opera dentro e, quindi, per tutta la popolazione. Lo scandalo è determinato dal fatto che nelle more che il Governo nazionale si decida a chiudere al più presto queste orrende strutture ancora non si sia già da subito attivato per occuparsi piuttosto intanto della gestione dando delle direttive coerenti con lo spirito e gli obiettivi del programma dell’Unione. Chiediamo al Governo Nazionale ed ai parlamentari, oltre naturalmente la chiusura dei Centri, di impegnarsi immediatamente affinché sia consentito l’accesso a queste strutture ai giornalisti, ai volontari, alle persone che vogliono visitare chi malauguratamente ci è finito dentro, malgrado non abbia commesso alcun reato penale, senza dovere passare per varie burocrazie inutili, anzi strumentali (anche nelle carceri questo è consentito). Riteniamo questo un fatto di importanza primaria di umanità e non molleremo.
Appello al Governo Nazionale ed a tutti i Parlamentari. In attesa di chiudere i CPT ci si dedichi immediatamente a rivedere i metodi di gestione in atto. Adesso basta!
- Settembre 27, 2006
- 9:57 am
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa