Dino Scarnato

Saranno i consulenti tecnici d’ufficio a mettere fine al dibattimento davanti alla Corte d’Assise di Siracusa del processo a carico di Dino Scarnato, il quarantenne ex buttafuori della discoteca Itaparika di Marina di Modica, accusato dell’omicidio del ragusano Luca Firrincieli, 31 anni, avvenuto il venti dicembre del 2004. Ieri l’udienza è stata incentrata sull’audizione di due parcheggiatori i quali, grosso modo, hanno confermato il fatto che il Firringieli, insieme ad un amico, avevano espletato i loro bisogni fisiologici a ridosso della struttura e che da qui ne era scaturito un battibecco con proseguì con un inseguimento tra i due ragusani e due autovetture, una Smart ed una Ford Mondeo, quest’ultima condotta da Scarnato. In buona sostanza, le stesse cose che nella precedente udienza aveva dichiarato l’altra presunta vittima. Scarnato si è sempre professato estraneo ai fatti, ma dopo circa una settimana fu arrestato dalla polizia e, successivamente, rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame di Catania. Il corpo senza vita del Firringieli fu ritrovato in fondo al laghetto di Marina di Modica, nei pressi di Itaparika. La morte sarebbe stata determinata da un colpo di karate che lo avrebbe paralizzato senza possibilità di muoversi per evitare l’annegamento, la causa ufficiale. Di questo dovranno dire il prossimo 9 dicembre i medici legali che si occuparono della vicenda della quale fu interessata anche l’Unità per le Analisi Chimiche delle Indagini per episodi violenti della “Scientifica” di Roma. La famiglia della vittima, che si è costituita in giudizio, è patrocinata dall’avvocato Gianluca Gulino del Foro di Ragusa. Saro Cannizzaro

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