Privatizzazione acqua

L’acqua bene primario non mercificabile. Un tema ricorrente in questi ultimi mesi che fa scendere in campo trenta parroci, sacerdoti e religiosi del Vicariato di Modica i quali hanno inviato una lettera ai sindaci dei 12 comuni iblei ed al presidente della Provincia Regionale puntando sul passo biblico di Matteo(25,35) “ho avuto sete e mi avete dato da bere”. “Da qualche tempo – scrivono – stiamo seguendo, con crescente interesse ed apprensione la problematica sottesa alla privatizzazione dell’acqua per opera di consorzi integrati, i quali, proponendosi di ottimizzare la gestione dei servizi idrici, difatti, rincorrono l’obiettivo di privatizzare un bene fondamentale per trarne ingenti profitti. E’ dimostrato che laddove è stata realizzata la privatizzazione dell’acqua, oltre ad essere aumentati vertiginosamente i costi per i cittadini e le loro famiglie, si è trasformato questo diritto inalienabile in merce, generando un’ingiustizia senza precedenti”. Un problema così importante e delicato che ha indotto anche la chiesa locale a prendere posizione, così come aveva fatto in occasione delle cartelle esattoriali non pagate da commercianti ed artigiani, anche perché coinvolta da cittadini che si sono spontaneamente organizzati per sensibilizzare in merito a scelte politiche che non tutelano il bene comune. “Non vogliamo entrare nel merito – dicono i firmatari della nota – riguardo alla non facile gestione dei servizi idrici. Non è di nostra competenza. A noi preme la questione etica. Sarà lecito chiudere le condutture dell’acqua a quelle persone o famiglie che non potranno permettersi il pagamento di bollette esose? E’ moralmente giusto privare di un bene primario le case di famiglie povere che sarebbero certo colpite da una simile scelta? Chi sarà chiamato a vigilare sulla bontà delle acque, senza che vi siano speculazioni e raggiri, a discapito della salute dei cittadini e a vantaggio delle multinazionali interessate all’imbottigliamento e alla vendita delle acque minerali? L’acqua appartiene a tutti e tutti dobbiamo mobilitarci perché questo diritto naturale sia salvaguardato e non diventi merce”. Prima di un passo così gravido, gli interessati chiedono un pubblico dibattito e di prendere in considerazione l’opzione della gestione pubblica. Saro Cannizzaro

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa