CATANIA- PALERMO. IL POLIZIOTTO UCCISO DA UN MASSO

A causare la morte dell’ispettore Filippo Raciti durante i disordini del derby Catania-Palermo non sarebbe stata l’esplosione di una bomba carta ma un’emorragia al fegato. E’ quanto ha accertato il primo esame medico legale eseguito sulla salma. Lo ha reso noto il procuratore aggiunto Renato Papa spiegando che la diagnosi redatta dal dottore Giuseppe Ragazzi parla di "trauma addominale e fratture multiple del fegato, compatibili con un colpo contundente di importante adeguatezza lesiva". Secondo questa ipotesi, a causare il decesso è stato dunque il masso che avrebbe sfondato torace e addome dell’ispettore, che ha colpito l’investigatore prima dell’esplosione della bomba carta. "Adesso le indagini si fanno più difficili perché dobbiamo esaminare un arco di tempo più ampio", ha poi osservato il procuratore Papa commentando i primi esiti dell’autopsia sul cadavere. "Se prima dovevamo controllare un arco di tempo compreso tra le 20.31 e le 20.34 – sottolinea il procuratore aggiunto di Catania – adesso dobbiamo allargare il campo d’azione, anticipandolo almeno alle 20. Non posso nascondere che le indagini si fanno ancora più difficili". Il procuratore ha anche confermato che il coinvolgimento dell’ufficio della Direzione distrettuale antimafia è avvenuto perché si cercano eventuali collegamenti con il mondo della criminalità organizzata. L’OMAGGIO ALLA SALMA – Questa mattina una messa per ricordare Raciti è stata celebrata questa mattina nella cappella dell’ospedale Garibaldi di Catania. Vi hanno partecipato la moglie, i due figli, i familiari e gli amici dell’ispettore. La funzione è stata celebrata a 50 metri dall’obitorio dell’ospedale, mentre era in corso l’autopsia Durante la celebrazione della messa, svolta in forma strettamente privata, una parente della vittima è stata colta da malore e condotta nel vicino pronto soccorso in ambulanza. In ospedale sono costantemente presenti agenti di polizia e carabinieri. E decine di mazzi di fiori sono stati deposti nel pomeriggio davanti all’ingresso del decimo Reparto mobile della polizia a Catania, la cui sede espone le bandiere a mezz’asta in segno di lutto, dove è stata allestita la camera ardente per l’ispettore Raciti. Sui mazzi di fiori ci sono diversi bigliettini, e le parole che più si ripetono sono "mi vergogno", "indignati" e "morte assurda". C’è anche una sciarpa rossazzurra del Catania, lasciata da un tifoso di nome Stefano, con un cartoncino sul quale c’è scritto "Questa sciarpa è un pezzo del mio cuore, adesso è solo per te". Oltre mille i catanesi che hanno reso omaggio alla salma. Tra i catanesi che si sono recati nella camera ardente anche il sindaco del capoluogo etneo Umberto Scapagnini. La bara era stata portata in caserma poco dopo le 13.30, accolta da un lungo applauso delle centinaia di cittadini che attendevano l’arrivo del feretro. Un anonimo che si definisce "cittadino onesto" ha lasciato il seguente messaggio: "Catania si scusa con il mondo intero per via di quella schifosa minoranza che non la rappresenta". C’è anche chi dedica il proprio pensiero "alla memoria di un eroe del nostro tempo", e chi scrive che "una città che uccide un figlio che voleva difenderla non merita figli". Anche il principe Emanuele Filiberto di Savoia ha reso omaggio alla salma. L’esponente di casa Savoia si è trattenuto per circa quindici minuti, durante i quali ha dapprima incontrato il comandante Pietro Gambuzza e poi i familiari dell’agente ucciso venerdì sera, nel corso degli scontri scoppiati a margine del derby Catania-Palermo. Il principe Emanuele Filiberto si era detto ieri <

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