TRIBUNALE MODICA. CINQUE ASSOLUZIONI ED UNA CONDANNA PER UN UOMO

Raccoglie cinque assoluzioni nell’ingarbugliato processo a suo carico e viene condannato per il reato minore. Si è chiusa con un’articolata sentenza emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, il processo a carico di Carlo Cannizzaro, 45 anni, modicano, difeso dall’avvocato Salvatore Campanella, la cui posizione si era notevolmente alleggerita nelle ultime udienze per via delle testimonianze rese in aula dalle parti offese, tra le quali la moglie. Le parti civili, che sono state patrocinate dall’avvocato Giovanni Favaccio, erano Carmelo Basile e Maria Moncada e, per l’appunto, la moglie dell’uomo. Le accuse erano molteplici, estorsione, lesioni, violenza, molestie, minacce, maltrattamenti in famiglia. Il magistrato ha assolto l’uomo, perché il fatto non sussiste, dai reati di estorsione, maltrattamenti in famiglia, molestie telefoniche e lesioni, mentre è stato assolto per remissione di querela per le minacce. E’ stato, invece, condannato ad un anno di reclusione per tentata violenza privata, reato, questo, cui si è addivenuti per via della derubricazione della più pesante tentata estorsione con fine di ottenere favori sessuali. I fatti si sarebbero verificati tra il 21 ed il 22 luglio del 2003, al Quartiere Sacro Cuore, nei pressi della Cittadella degli Studi, dove i tre risiedono in una stessa palazzina di edilizia popolare. Per futili motivi ci sarebbe stata questa controversia che sarebbe sfociata negli atteggiamenti denunciati dai due querelanti alla magistratura. Nel primo caso il Cannizzaro avrebbe offeso l’onore ed il decoro di Basile e Moncada dando dell’ubriacone al primo e della "poco di buono" alla donna. Successivamente avrebbe minacciato i due congiunti e si sarebbe anche impossessato di due biciclette di proprietà delle presunte vittime che, questi, avevano lasciato per necessità all’esterno dello stabile. Il giorno dopo lo stesso Cannizzaro sarebbe tornato alla carica, stavolta usando violenza, danneggiando, di fatto, la finestra dell’appartamento a piano terra di Basile e Moncada, profferendo altre minacce e poi avrebbe anche distrutto le due biciclette rendendole inservibili. Allo stesso procedimento è stato accorpato quello intentato dopo la querela della moglie. Il pubblico ministero, Maria Mocciaro, aveva chiesto la condanna ad un anno e sei mesi.

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