La morte del diciassettenne Raffaele Pluchino, avvenuta giovedì mattina in Via Vittorio Veneto, a seguito di un incidente stradale ha scosso fortemente i giovani e, in particolare, coloro che conoscevano lo sfortunato studente. E’ stata, in questo senso, avviata una sorta di catena di solidarietà tramite web. “Premetto – dice il promotore dell’iniziativa – che questa non è la solita catena con obblighi di invio. E’ una catena che parte da Modica, una catena di solidarietà per ricordare il mio amico Raffaele, disgraziatamente anche lui vittima della strada. Raffaele era un ragazzo simpatico e socievole, per molti il “gigante buono”. Non fumava e non si drogava. Forse era uno dei pochi che apprezzavano la vita così per come è. Chi lo conosceva sa che Raffaele era questo. Una persona che al posto di morire meritava di vivere cento anni. Purtroppo la vita gioca questi brutti scherzi e non possiamo far niente per evitare che ciò accada”. Moltissimi i giovani che si sono stretti attorno ai genitori del povero ragazzo e che continuano a recarsi presso l’abitazione della famiglia Pluchino ed al cimitero. “Quello che chiedo – dice il promotore della catena di solidarietà – è di fare girare la mail, inviandola a tutti i contatti personali perché dobbiamo far capire che la vita è un dono prezioso e che non ce la dobbiamo giocare per il solo piacere della velocità. Raffaele doveva essere qui con noi, ma ci sarà ugualmente. Rimarrà nei nostri cuori per sempre. Addio “gigante buono”, forse un giorno ci rivedremo”. Una lettera che porta conforto a mamma Rosetta e papà Giovanni che si sono visti strappare la loro fonte di vita, l’unica e che solo per i gravi traumi riportati dal figlio non hanno potuto adempiere ad un loro grande desiderio, quello di donare gli organi del figlio, come aveva espressamente detto, tra le lacrime, sul luogo del tragico sinistro Giovanni Pluchino. Numerosi gli attestati di conforto giunti in queste ore a casa dell’addolorata famiglia. I ferrovieri di diverse parti d’Italia si sono stretti attorno al papà di Raffaele, che è dipendente di Trenitalia, ma che il sindaco di Modica, Piero Torchi, le Suore Benedettine, dove Raffaele aveva frequentato i primi anni di scuola, dall’asilo alla licenza elementare. “Quando volete – continua a dire Giovanni Pluchino, agli amici del figlio che continuano il “pellegrinaggio” presso l’abitazione di Contrada Dente Crocicchia – venite qui a studiare, a giocare”.
Per non dimenticare il giovane modicano Raffaele Pluchino.
- Marzo 17, 2007
- 4:34 pm
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