POZZALLO CROCEVIA PER IL TRANSITO DI RIFIUTI SPECIALI. INDAGINE DELLA PROCURA DI MODICA

Pozzallo crocevia di un traffico internazionale di rifiuti Speciali. Di mezzo ci sarebbe un mercato nero che riguarda i contatori dell’Enel in disuso. Il Porto è stato punto di transito per i misuratori dismessi che facendo, successivamente, tappa a Catania e Palmi, in Calabria, sarebbero arrivati fino in Oriente. Quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Modica che in questi giorni ha notificato gli avvisi di conclusioni delle indagini alle quali hanno collaborato Interpol, Carabinieri e Guardia di finanza. In particolare sarebbero due imprenditori catanesi, uno spedizioniere della Dogana di Pozzallo e una cinese, a dovere sostenere l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di rifiuti speciali. Materia dell’illecito mercato, evidentemente redditizio, erano, come si diceva, i vecchi contatori per la misurazione dei consumi elettrici, sostituiti dall’Enel con impianti più all’avanguardia. Un considerevole quantitativo di contatori dismessi era periodicamente prelevato dai magazzini dov’erano in giacenza ma, anziché essere destinati presso gli impianti di smaltimento, erano trasferiti su diversi canali collegati direttamente con il mercato nero dei rifiuti speciali dove una collaudata organizzazione che avrebbe avuto agganci anche internazionali, si sarebbe estesa addirittura fino in Cina. Centinaia di containers di vecchi contatori sono transitati per lo scalo pozzallese, ufficialmente per essere destinati all’impianto di smaltimento. Gli inquirenti, insospettiti, hanno avviato un certosino controllo incrociato della documentazione che ha consentito di venire a capo dell’ingegnoso sistema ideato dall’organizzazione per far intraprendere una destinazione diversa ai misuratori di energia elettrica. Le indagini portarono nel catanese e, successivamente, in Calabria. Sette container furono intercettati e posti sotto presso il Porto di Pozzallo. I controlli portarono all’individuazione dello spedizioniere che avrebbe manomesso i documenti che certificavano la spedizione del materiale, destinandolo presso il Porto di Catania, oppure in quello di Palmi. Da qui migliaia di contatori prendevano la strada dell’Oriente, dove sarebbe entrata in ballo la cinese che provvedeva, a sua volta, della ricezione del carico per destinarlo al mercato nero. Pare che nel sottobosco cinese questo genere di contatori sia molto richiesto, e quindi ben pagato, perché le varie componenti erano riutilizzabili per altri scopi. Gli impianti venivano smontati e in diversi pezzi e distribuiti nei vari settori di riferimento. Un mercato florido che aveva fatto gola a parecchie persone, individuate grazie alle indagini coordinate dall’Interpol. Già a Pozzallo, lo scorso ottobre, la Guardia di Finanza sequestrò qualche mese fa un container che conteneva capi d’abbigliamento contraffatti destinati ai negozi cinesi sparsi per il territorio.

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