Le richieste degli ausiliari ospedalieri specializzati. In campo la Caritas Diocesana di Noto

Ci sono sofferenze che si possono evitare, ce ne sono altre che vanno accompagnate con il massimo riguardo possibile. E c’è da cogliere il messaggio radicale della sofferenza, che rimanda a ciò che veramente vale. Queste ci sembrano le tre questioni in gioco nella richiesta di giustizia che proviene da qualche centinaio di lavoratori della sanità, gli ausiliari ospedalieri specializzati, che si vedono privati della possibilità di lavoro per la scelta di esternalizzare i servizi. Una amministrazione della sanità attenta all’uomo non può non ascoltare il grido di intere famiglie, costrette a sopravvivere in uno stato di precarietà sempre più grave. E le istituzioni a qualsiasi livello devono trovare una soluzione, ragionando su ipotesi realistiche, evitando facili promesse, ma anche ingiustificabili latitanze. Gli ausiliari specializzati aprono pure una ‘finestra’ sulla nostra sanità e le sue disfunzioni: utilizzare ditte esterne senza curare la dovuta professionalità rimanda ad una situazione più generale di disservizi nella sanità, che anch’essa grida giustizia, e questa volta per i più deboli, per gli ammalati (e tutti possiamo essere costretti a sottoporci alle cure dell’Ospedale!). Questo duplice grido trova eco nelle pagine del supplemento al nostro giornale diocesano “Lavoro e dignità”, la cui distribuzione all’Ospedale di Modica è stata bloccata attraverso provvedimenti così eccessivi da diventare incomprensibili. Ed ecco, allora, che la questione risulta più radicale: i temi del lavoro e della sanità vanno affrontati ritrovano logiche profondamente umane, che mettano al centro veramente l’uomo, che superino ogni forma di arroganza (nel senso etimologico del termine: parlare senza veramente ascoltare l’altro, senza veramente approssimarsi all’appello dell’altro) con cui si evita un vero e costruttivo confronto. Si tratta di un confronto che, insieme a tante altre espressioni autorevoli della nostra Chiesa locale, auspichiamo vivamente, anche perché in ogni sofferenza intravediamo sempre una visita del Signore che ci interpella. Mentre esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori che chiedono di essere ascoltati nelle loro esigenze di giustizia, chiediamo a tutti coloro che ne hanno facoltà di adoperarsi in modo fattivo per una pronta soluzione, evitando ogni forma di strumentalizzazione a cui potrebbe indurre il periodo elettorale. Peraltro quanti saranno sensibili a questo appello testimonieranno nello stile e nella prontezza dell’intervento quello che effettivamente intendono per politica: uno spazio di servizio al bene comune oppure uno spazio di potere personale o di parte, l’ascolto leale e la costruzione realistica ma convinta di percorsi di giustizia oppure solo dichiarazioni ad effetto tese ad ottenere il consenso utilizzando bisogno e dolore. Auspichiamo che prevalga la prima via, la via che Giorgio La Pira chiamava la via della “nuova politica”: una politica non ‘machiavellica’, ma leale e tutta protesa alla giustizia.

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