Minardo: “Ad un atto di arroganza ho risposto con un atto politico”.

"Ad un atto di arroganza ho risposto con un atto politico". L’Onorevole Riccardo Minardo è amareggiato per quanto accaduto in seno a Forza Italia. "Tutto è partito dall’esclusione dagli assetti di governo alla Provincia Regionale di Ragusa – aggiunge il parlamentare "azzurro" – due assessori della corrente di Nino Minardo e Mauro ed uno a quella di Leontini. Io sono stato escluso. Nino Minardo e Mauro, tra l’altro, non hanno preso parte alla composizione delle liste provinciali. Capisco che l’operazione è stata sottoscritta a Palermo ma ci sono pressioni preoccupanti. Quì si sta facendo di tutto, tranne politica. L’arroganza non paga. Si vogliono occupare posti di potere con questi metodi meschini. Prima Nino Minardo si fa nominare al Consorzio Autostrade Siciliane, non contento, si voleva candidare al consiglio provinciale. Adesso, ha voluto un assessorato alla Provincia. Queste sono azioni "pesanti" e non hanno nulla a che spartire con la politica. Gli elettori capiscono che, i posti della politica, vengono occupati da un potere economico che non mira al bene della collettività ma, esclusivamente, a fini personali e clientelari. Il candidato sindaco della Casa delle Liberta, Piero Tocchi, non si tocca. E’ il candidato della coalizione e rimane prioritario su tutto". "Scelte giuste, sagge ma intempestive". E’ Paolo Garofalo, ex coordinatore cittadino del partito a scrivere al coordinatore regionale, Angelino Alfano, prendendo atto del commissariamento del partito in città ma accusa anche la dirigenza del partito di "non essere riuscita a gestire una situazione generale che, solo agli occhi di uno stolto, poteva apparire politica ma che, in realtà, ha legato Forza Italia iblea, ad una faida familiare che, se l’Onorevole Alfano non è riuscito a ricondurre sui giusti binari, come poteva immaginare che, un umile coordinatore cittadino potesse riuscire in un’impresa cosi ardua? Caro Onorevole Alfano – scrive Paolo Garofalo – ti serviva un capro espiatorio? Lo cercavi nella persona meno scomoda da colpire? Mi gratifichi perchè, per un professionista serio ed affermato, fare politica è solo servizio per il territorio, null’altro, men che assurgere a notaio di faide familiari e che tu stesso sei stato costretto a risolvere, con l’unica persona giusta, ovvero con uno della famiglia artefice della faida". Al temine della lettera, Paolo Garofalo, sottolinea che, il punto di riferimento, è sempre l’Onorevole Riccardo Minardo. L.M

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