Cronaca giudiziaria: La parte lesa non intende tornare in Italia per testimoniare

La parte lesa non intende tornare in Italia per testimoniare nel processo a carico dei concittadini Riccardo Eterno, 32 anni, Francesco D’Ippolito e Giacomo Fidone, entrambi di 39 anni, tutti sciclitani. Il teste si è trasferito, infatti, in Francia. Il presidente del Collegio Penale del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, ha deciso di contattare l’Interpol per potere ovviare al problema con un interrogatorio in video-conferenza. Il procedimento riguarda il tentato omicidio ai danni di Salvatore Di Franco, 29 anni, detto, per l’appunto, "U francisi", avvenuto a Scicli, nel luglio del 2005. I giudici in precedenza avevano escusso il perito balistico incaricato dalla Procura della Repubblica, Domenico Compagnini, di Catania, il quale aveva confermato che l’intenzione di colui che sparò il colpo di pistola era quella di ferire la vittima ma non di ucciderlo. Un avvertimento. Sulla base di ciò, l’avvocato Pino Pitrolo, che difende D’Ippolito, ha chiesto la derubricazione del reato in lesioni dolose gravi. La pistola utilizzata, secondo il perito era una scacciacani modificata. All’epoca degli arresti Giacomo Fidone e Riccardo Eterno, rifiutarono di sottoporsi allo Stub, l’esame che consente di accertare la presenza di polvere da sparo sul corpo. D’Ippolito, risponde anche di detenzione illegale di armi e, insieme agli altri due, che sono patrocinati dall’avvocato Rinaldo Occhipinti, di tentato omicidio in concorso. “U Francisi” fu ferito nell’area antistante la chiesa di San Bartolomeo, dove si stava celebrando un matrimonio, in quella che fu un’azione punitiva. Durante un approfondito sopralluogo nel posto dove era avvenuta la sparatoria, era stato rinvenuto un bossolo di pistola calibro 7,65 ed era stato rilevato un foro nella carrozzeria di un’autovettura di proprietà di una donna, estranea ai fatti. La prossima udienza è fissata per il 16 maggio quando, si spera, sarà possibile procedere in videoconferenza.

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