L’aeroporto della discordia fitto di polemiche

E’ polemica forte dopo la cerimonia di intitolazione dell’aeroporto di Comiso a Pio La Torre. “Il Sud Est della Sicilia ha bisogno di opere pubbliche, di infrastrutture, ma anche di atteggiamenti diversi che non diano la solita immagine di un territorio che inaugura strutture appena iniziate e lontane dal completamento, che ci fa assistere alla solita passerella di ministri e rappresentanti del Governo nazionale che, con il solito atteggiamento neo-colonialista, arrivano in aereo in un aeroporto che non c’è, danno una saccente lezione alle Istituzioni, risalgono dallo stesso aereo e tornano in quei palazzi in cui gli stessi ministri bloccano la costruzione dl Ponte sullo Stretto”. Lo ha detto Il Presidente del Distretto Culturale del Sud-Est Piero Torchi a margine della cerimonia di inaugurazione della pista aeroportuale di Comiso. “I Sindaci del Sud Est- ha proseguito Torchi- vogliono con forza e determinazione la nascita dell’aeroporto di Comiso e per questo sono pronti a collaborare, ma denunciano con altrettanta decisione un’operazione che non aveva nulla né di inaugurazione, né tantomeno di aeroporto, come testimonia l’assenza di gran parte delle Istituzioni e soprattutto dei Sindaci. Anche i parlamentari nazionali e regionali della Casa delle Libertà manifestano sconcerto ed indignazione per la manifestazione “farsa inscenata dal sindaco di Comiso Di Giacomo”, alla presenza del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, D’Alema. “Un’altra puntata di amarezza e sconforto per le nostre popolazioni che hanno ascoltato persino l’Onorevole D’Alema sottolineare che l’opera sorgerà in un futuro non lontano- rilevano gli onorevoli Carmelo Incardona, Innocenzo Leontini, Orazio Ragusa, Giuseppe Drago, Riccardo Minardo e Giovanni Mauro -. Ma allora cosa si è inaugurato? La tronfia esibizione da regime a cosa serviva? Ad allontanare ancora di più nel tempo il completamento della struttura coprendo tale disgraziata conseguenza con una kermesse vuota ed inconsistente? E’ doloroso assistere alla malinconica volontà di escludere, persino nel cerimoniale, la presenza del territorio, dei Sindaci, dei parlamentari nel luogo di svolgimento del “lancio a salve” colpevolmente orchestrato. Ancora più triste è stato subire una passerella neocolonialista che, dopo il taglio del nastro e apostrofi moraliste, ritorna a Roma a perseguire con perspicacia l’esclusione del Ponte sullo Stretto, dell’alta velocità e di tutte le altre opere pubbliche siciliane, in un’ottica euromediterranea”. Saro Cannizzaro

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