Noto: Riapre oggi cattedrale dopo 11 anni Restaurata dopo il crollo del 1996 (con tanto di fischi per Prodi)

A undici anni dal crollo della sua cupola, tra il 13 ed il 14 marzo del 1996, la cattedrale di Noto riapre. Il gioiello del barocco siciliano è stato ricostruito “pietra su pietra”, usando l’arenaria nissena e palazzolese, per mantenere intatto il fascino. Cerimonia di inaugurazione e celebrazione della messa alla presenza, fra gli altri, di Romano Prodi (fischiato e contestato al suo arrivo) e del presidente della Cei Angelo Bagnasco. Per la ricostruzione della cattedrale, la cui cupola crollò la notte tra il 13 ed il 14 marzo del 1996, ci sono voluti sette anni di lavori ed un investimento di 25 milioni di euro. Il restauro, cominciato nel gennaio del 2000, ha impegnato 50 operai al giorno. Prima della ricostruzione sono stati necessari anni di scavi, in cui sono stati recuperati 5.656 conci, alcuni dei quali adesso reimpiantati nella struttura originaria. La ricostruzione è stata eseguita con materiali usati all’epoca, come la calcarenite bianca, ma assemblati con le moderne tecniche antisismiche. Sono risorte così la navata centrale, quella di destra, il transetto destro, il tamburo, la cupola e la lanterna. Inoltre, sono stati tagliati e ricostruiti anche i pilastri di sinistra non caduti nel crollo del 1996, quando cedette la cupola della basilica di San Nicolò, fortemente danneggiata dal terremoto del dicembre del 1990. Dopo il crollo della cupola solo un piccolo settore era rimasto agganciato ai sostegni, ma in una situazione di precario equilibrio. Fortunatamente a quell’ora l’edificio, già interdetto al culto per problemi di sicurezza, era chiuso e non ci furono vittime. Il cedimento, causato dall’esplosione di uno dei pilastri della navata di destra, riempito da pietre di fiume, provocò ampi squarci alle volte delle tre navate della chiesa. Un effetto domino che coinvolse gli altri pilastri dell’edificio, facendo crollare le macerie in un’area di oltre mille metri quadri. Un vizio costruttivo amplificato anche dalla sostituzione, negli anni Cinquanta, del tradizionale soffitto a falde con quello in cemento armato, che appesantiva troppo la struttura. Sulla vicenda, secondo quanto riferisce l’Ansa, furono aperte due indagini della magistratura e la Cassazione confermò lo scorso anno la condanna a un anno e mezzo di reclusione, con pena sospesa dalla condizionale, per crollo colposo nei confronti dell’ex responsabile tecnico della Soprintendenza urbanistica di Siracusa, Francesco Santalucia. Le altre quattro persone indagate, l’ingegnere capo del Genio Civile, il capo dell’Ufficio tecnico di Noto, il vescovo di Noto e il legale rappresentante della cattedrale, furono assolte tra giudizi di primo e secondo grado.

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