INTERROGAZIONE SU CANALIZZAZIONE DIGA DI S.ROSALIA

CONSIDERATO che Nel 1992 la Provincia Regionale di Ragusa si rifiutò di sottoscrivere un accordo finalizzato a realizzare l’impianto di potabilizzazione e due reti per le acque irrigue del costituendo acquedotto rurale; Il 3-4 luglio 1992 la Provincia Regionale Assessorato al Territorio organizzò un convegno relativo all’oggetto della presente nel quale venne contestata l’intera impostazione progettuale del piano acquedottistico perché non veniva garantito il deflusso minimo vitale, si metteva a grave rischio l’eco-sistema fluviale e la stessa sopravvivenza della riserva naturale e della foce dell’Irminio, per la mancata garanzia delle utenze preesistenti e per la mancata tutela delle falde acquifere del Comune di Ragusa; Sempre nel convegno del luglio 1992 venne rilevata l’incongruenza delle portate (quantitativamente sovradimensionate) concesse al Consorzio di Bonifica delle paludi di Scicli con i piani di utilizzo irriguo delle acque dell’invaso; Il 24 settembre 1992 non nota n. 9647 l’Assessorato Provinciale Territorio e Ambiente formalizzò all’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste la volontà di predisposizione di uno studio di compatibilità delle opere dell’ESA; Il 22/10/1992, l’Assessorato Regionale AA.FF. indisse una conferenza di servizio dove non venne ammesso il Consorzio di Bonifica salvo poi, paradossalmente ed inspiegabilmente, concludere i lavori della conferenza da parte del Dirigente Regionale con l’assicurazione di avere “onorato l’impegno assunto con l’Amministrazione Consortile” (?!?!); La convenzione Regione Esa prevedeva la realizzazione dell’acquedotto rurale, impianto di potabilizzazione e canalizzazione attraverso la costruzione in 4 lotti delle opere; La Provincia Regionale di Ragusa, con la mediazione dell’allora Prefetto di Ragusa, presentò all’ESA delle varianti al progetto; Il Comitato Tecnico Amministrativo Regionale (C.T.A.R.) respinse le varianti e ripristinò i lotti originari adducendo la motivazione del “rischio” di modificare l’assetto “originario delle opere” con “nuova progettazione” e ritardi di realizzazione; Iniziò così un ulteriore contesa, riccamente documentata, tra la Provincia Regionale e Comune di Ragusa da una parte ed E.S.A. dall’altra. L’accordo viene raggiunto, su mediazione Prefettizia, il 11/04/1994 alla presenza di rappresentati dei Comuni di Scicli e Modica, del Consorzio di Bonifica e dell’Assessorato all’Agricoltura e Foreste; le finalità di quell’accordo vennero immediatamente vanificati dalla “trappola” dell’art. 18 dell’intesa stessa che recitava :”le varianti proposte hanno valore di intento e saranno sottoposte al parere del C.T.A.R.”, dalle volontà e azioni amministrative successive portate avanti dall’Esa, dal Consorzio di Bonifica e dalla Regione che non tennero in alcun conto i dissensi della Provincia Regionale e del Comune di Ragusa; Lo scrivente in data 9.08.05 , con il paventato inizio dei lavori del lotto 1 avanzò interrogazione al Comune di Ragusa; a seguito della mia interrogazione venne promossa, presso il Comune di Ragusa, una conferenza di servizio in data 26 agosto 2005 alla quale Lei partecipò nella qualità di Presidente della Provincia Regionale assieme al Commissario dell’Esa. Si deliberò la costituzione di una Commissione permanente per la canalizzazione delle acque e la difesa del Fiume Irminio; Nell’ottobre 2005 la Provincia Regionale di Ragusa quale autorità d’ambito dell’ATO idrico pubblicò il rapporto sullo stato di attuazione dei programmi e delle intese per l’utilizzazione delle acque dell’invaso di S.Rosalia; la G.M. di Ragusa con deliberazione n. 439 del 7 novembre 2005 deliberò, tra l’altro :la rielaborazione dei criteri adottati per la distribuzione delle acque dell’intero bacino idrografico dando priorità all’utilizzo delle acque per il consumo umano e per il rilascio in alveo al fine di garantire la conservazione del fiume rispetto all’uso irriguo ed industriale, così come previsto dalla Legge Galli (5.1.94 n. 36); A dicembre 2005 il Consiglio Comunale alla presenza del Direttore della locale sezione dell’ARPA formalmente invitato dal Consiglio Comunale, deliberò, all’unanimità, formali iniziative dirette al Presidente della Regione, al Prefetto e agli altri soggetti Istituzionali competenti; Lo scrivente in data 4 maggio 2007 ha avanzato interrogazione al Sindaco di Ragusa per un blocco temporaneo dei lavori di costruzione dell’adduttore principale a causa del RISCHIO CONCRETO che il fiume abbia sempre meno portata fluente e vada ad alterare la vallata dell’Irminio; Il Sindaco di Ragusa che oggi purtroppo avanza allarmi sulla situazione idrica non ha ritenuto di ascoltare il consiglio da me formulato e i lavori di canalizzazione stanno producendo già i loro effetti disastrosi; Nelle scorse settimane, durante i lavori di costruzione del conduttore, si è essiccata una diramazione del fiume producendo gravissimi danni alla fauna ittica con la morte di oltre 3.000 esemplari, tra cui alcuni erano stati sottoposti a ripopolamento e protezione da parte della Provincia Regionale di Ragusa; CHIEDO pertanto Copia degli atti relativi alle attività fin qui svolte dalla Commissione permanente per la canalizzazione delle acque e la difesa del fiume Irminio istituita dalla Conferenza di servizio del 26 agosto 2005; Di conoscere quali interventi repressivi siano stati adottati nei confronti di coloro che hanno determinato il grave danno alla fauna ittica precedentemente denunciato e di cui posso fornire ampia documentazione fotografica; Un IMMEDIATO INTERVENTO, in collaborazione con il Dipartimento Provinciale delll’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente che per Legge può ordinare il blocco dei lavori, presso tutte le sedi Istituzionali per impedire la prosecuzione dei lavori di canalizzazione; L’attivazione immediata di tutte le azioni occorrenti a costituire l’AUTORITA’ di BACINO fra gli enti territoriali interessati; L’invio alla Procura della Repubblica di Ragusa, in qualità di parte civile, di tutta la documentazione in proprio possesso per l’eventuale accertamento di reati connessi alla omissione di atti, all’abuso di potere, alla mancata osservazione delle norme in materia di difesa del suolo, di risanamento delle acque, di fruizione e gestione del patrimonio idrico, di tutela ambientale, da parte dei soggetti che hanno determinato la drammatica situazione odierna; Di rendere PUBBLICA e CHIARA la posizione dell’Amministrazione Provinciale dinanzi alle prospettive di pregiudicare, irreversibilmente, il patrimonio storico, paesaggistico, naturalistico, ambientale della vallata dell’Irminio proprio a causa del venire meno del fiume Irminio e di indicare quali azioni intende porre in essere al fine di esercitare la potestà di controllo e di vigilanza sul patrimonio pubblico rappresentato dalla riserva naturalistica della foce all’interno del contesto naturalistico e paesaggistico dell’intera vallata del fiume Irminio da tutelare ai sensi del Decreto 1219 del 25.7.1991 dell’Assessorato Regionale BB.CC.AA e succ. modificazioni. Rammento a codesta Amministrazione Provinciale la grave responsabilità ampiamente dettata dalla normativa vigente Nazionale e Regionale che grava sugli amministratori in tema di uso delle acque e delle riserve idriche superficiali e profonde al fine di evitare di pregiudicare il deflusso minimo vitale e l’importanza di salvaguardia del territorio in tutte le sue varie dimensioni al fine di garantire allo sviluppo locale e alle generazioni che verranno un futuro sostenibile ed eco-compatibile del territorio come bene strategico da valorizzare, tutelare e qualificare anche in termini turistici. Alla presente si chiede risposta nei termini e nei modi previsti dal vigente regolamento.

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