MEDICO DEL PRONTO SOCCORSO SUPERFICIALE. PAZIENTE LO DENUNCIA. TRIBUNALE DI MODICA LO CONDANNA

Medico di Pronto Soccorso troppo superficiale, si “becca” una condanna seppure di natura pecuniaria per fatti accaduti all’Ospedale Busacca la sera del 26 aprile del 2003. Il giudice unico del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, ha inflitto al medico S.D.M., originario di Modica, difeso dall’avvocato Enrico Platania, una condanna a duecento euro, il risarcimento danni pari a mille euro nei confronti della parte civile, patrocinata dall’avvocato Francesco Drago, ed il pagamento delle spese processuali quantificate in millecento euro. La vittima è un giovane sciclitano, F.C. che seguito di un’accidentale caduta all’interno del bagno della propria abitazione, nel tentativo di evitare danni peggiori aveva cercato appiglio nel portasciugamani. Disgraziatamente si aggrappava con il palmo della mano sinistra al pomellino in vetro posto all’estremità del portasciugamani procurandosi un taglio trasversale. La copiosa fuoriuscita di sangue, convinse i genitori dell’infortunato all’immediato trasporto al Pronto Soccorso. Secondo l’accusa, solo l’infermiere si sarebbe preoccupato di prestare le prime cure al giovane, ma quando si rivolse al medico-imputato, che era seduto dietro la scrivania, quest’ultimo, senza curarsi della gravità della ferita, avrebbe solo disposto di applicare all’arto della colla ed un punto di sutura. Dopo due giorni fu rimossa la medicazione e fu accertata un’innaturale rigidità dell’indice della mano infortunata e l’impotenza funzionale dello stesso. Il medico di famiglia, interpellato, prescriveva una consulenza ortopedica urgente in quanto aveva intuito che il tendine ed il flessore del secondo dito erano recisi. “I genitori – dice l’avvocato Drago – si sono rivolti al dottor Carmelo Cicero dell’Ospedale Maggiore di Modica, il quale disponeva l’immediato ricovero del giovane e, quindi, lo sottoponeva ad intervento chirurgico”. La diagnosi conclusiva: lesione inveterata dei flessori del secondo dito mano sinistra in terra di nessuno. “In atto – – conclude l’avvocato Drago – la funzionalità del dito risulta gravemente compromessa e per tale motivo il minore dovrà subire un ulteriore intervento chirurgico”. Il pubblico ministero ha ritenuto che l’imputato, nella sua qualità di medico di guardia al Pronto Soccorso, si sia comportato con negligenza ed imprudenza perché all’arrivo del paziente avrebbe dovuto visitarlo e verificare la gravità della lesione, attraverso un’accurata ispezione mentre, invece, ha ritenuto di affidarlo alle cure dell’infermiere il quale aveva adempiuto alle prescrizioni impartitigli.

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