Servizio Idrico: bene primario non gestibile con le procedure ordinarie No alla privatizzazione del sistema idrico integrato

A seguito del voto sull’ATO Idrico, espresso nella Conferenza dei Sindaci, svoltasi il 2 ottobre, in Viale del Fante presso il Palazzo della Provincia Regionale di Ragusa, si è determinato l’annullamento della gara d’appalto per l’individuazione del socio privato nella gestione del sistema idrico integrato e si è posto fine alla questione della privatizzazione dell’acqua in provincia di Ragusa costituendo – afferma l’On. Ammatuna – una reale forma di democrazia partecipata poiché si sono recepite le istanze del territorio. La privatizzazione dell’oro blu in Italia è una procedura avviata già dagli anni ’90 con il varo della legge Galli che istituì gli A.T.O. (Ambiti Territoriali Ottimali) e il servizio idrico integrato, ossia il ciclo unico di raccolta, erogazione e depurazione dell’acqua atto a ridurre gli sprechi determinati dalla frammentazione delle funzioni assegnati a diversi Enti. In Sicilia, fu il governo del DS Capodicasa ha recepire l’impianto di privatizzazione della legge Galli, nell’articolo 69 della legge 10/99, individuandolo nel principio della copertura dei costi di gestione con i ricavi da tariffa: l’acqua però non può vendersi ad un prezzo di mercato, il ché escluderebbe tutti coloro che non possono pagarla e tagliare l’acqua di conseguenza significherebbe lasciar morire la gente. Dunque numerosi sono i Comuni che si organizzano per opporsi alla normativa. In provincia di Ragusa ad opporsi inizialmente al provvedimento, nella Conferenza dei Sindaci della trascorsa primavera, sono stati i Comuni di Pozzallo e Scicli, da qui la necessità di rimandare la decisione ai rispettivi Consigli Comunali. “La posizione del Comune di Modica sfavorevole alla privatizzazione dell’acqua è maturata – precisa Torchi – grazie ad un’attenta valutazione di benefici e costi che sarebbero lievitati in maniera incredibile a carico dei cittadini, sulla natura del servizio, per sua definizione non gestibile con le procedure ordinarie attesa l’importanza primaria del bene, e persino sulla natura stessa dell’Ato. Il Comune di Modica – prosegue – ha mantenuto quindi l’impegno assunto con la Città, con le Associazioni, con gli studenti e con il Consiglio Comunale, dimostrando piena coerenza con l’intento dichiarato di revocare la procedura di gara e favorire ogni atto utile a rivedere l’iter di privatizzazione delle risorse idriche in provincia. Grazie alla posizione espressa in questi mesi il Comune ha evitato che si potesse consolidare una maggioranza favorevole alla privatizzazione dell’acqua, votando anche in maniera diversa dai Comuni amministrati dalle stesse coalizioni. Tale decisione – conclude Torchi – nasce da un lungo percorso, fatto di ascolto, confronto e soprattutto dalla volontà unanimemente espressa dal Consiglio Comunale, che ha trovato piena applicazione in sede di Conferenza dei Sindaci. Le incertezze sulla gestione, il grave aumento dei prezzi a carico dei cittadini, la penalizzazione delle risorse idriche di alcune aree della Provincia, la scarsa concorrenzialità in sede di gara, la procedura lunga ed estenuante ha reso anacronistico l’obbiettivo finale, la volontà di mantenere pubblica una risorsa così vitale; sono questi i motivi che ci hanno spinto ad assumere tale decisione e che ci hanno convinto a riproporla con determinazione anche in sede di revoca delle procedure.” È necessario dunque volgere lo sguardo al futuro e cercare di rispettare, così come ribadito dall’On. Ammatuna, le scadenze imposte dall’Unione Europea per l’ammodernamento della rete idrica e l’individuazione di una figura super partes che possa gestire al meglio la società d’ambito.

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