GIP MODICA. CLANDESTINI REITERANO: “Siamo pescatori e non scafisti”

Si sono professati tutti innocenti e tutti componenti l’equipaggio del motopeschereccio che nella tarda serata di lunedì è condotto sulla costa sciclitana, a Cava D’Aliga, 35 clandestini. Si tratta degli undici extracomunitari, nove egiziani e due palestinesi, posti in stato di fermo per gravi indizi di colpevolezza e rinchiusi nelle carceri di Modica e Ragusa e due minori, a Catania. Ieri gli interessati sono stati interrogati dal Gip del Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, patrocinati dall’avvocato Giovanni Favaccio. Le deposizioni sarebbero state univoche. Gli undici detenuti avrebbero sostenuto di essere partiti da circa 6 giorni da Alessandria d’Egitto in direzione Malta Ovest per pescare. Dopo circa 2 ore di viaggio avrebbero incontrato il gommone in avaria con gli extracomunitari che gridavano chiedendo aiuto. Avrebbero, in primo luogo, cercato di aggiustare il motore senza esito, quindi li avrebbero accolti nel motopeschereccio e trainato il gommone. Secondo quanto avrebbero detto gli undici indiziati, le avverse condizioni del mare li avrebbe spinto verso la Sicilia. Ad accusare gli undici sarebbe un solo clandestino che li avrebbe indicato come scafisti. "Quello che mi fa credere nelle dichiarazioni dei miei assistiti – sostiene l’avvocato Favaccio – è che il motopesca era in perfette condizioni, con una stiva che avrebbe potuto contenere fino a 300 persone, con celle frigorifere efficienti con mille blocchi di ghiaccio, battente bandiera egiziana, con un regolare registro dei componenti l’equipaggio, con i libretti di lavoro in regola. Del resto, gli indagati hanno, ritengo giustamente, sottolineato che, considerata la capienza del natante avrebbero potuto caricare molta altra gente per guadagnare somme più consistenti. Si tenga anche conto che non sono stati trovati soldi". Il Gip deciderà entro oggi se modificare il provvedimento perché è in attesa delle risultanze dell’interrogatorio dei due minori a Catania.