Era andato in difesa del padre, appena multato da un agente di polizia municipale. Solo che la sua difesa è stata molto “sanguigna”, perché al tutore del traffico ne disse di cotte e di crude, tanto da determinare una denuncia alla magistratura. Nei confronti di Paolo Fede, 44 anni, modicano, è stato istruito un procedimento penale conclusosi con la condanna. L’uomo è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Patricia Di Marco, a due mesi di reclusione, pena sospesa. Nel 2005 il padre aveva parcheggiato la propria autovettura in Piazza Corrado Rizzone, in divieto di sosta. Il vigile urbano preposto al controllo della zona, aveva provveduto a redigere l’avviso di infrazione e ad apporla sul parabrezza. Poco dopo era sopraggiunto il proprietario del veicolo che non gradì, come gran parte degli automobilisti in questi casi, la multa ed aveva fatto le sue folkloristiche rimostranze all’agente. Nel frattempo si trovava a transitare il figlio che aveva assunto le difese del genitore, inveendo nei confronti dell’operatore di polizia municipale fino ad andare “oltre le righe”, minacciando l’agente di repressioni anche contro l’amministrazione comunale. Parole pesanti che finirono nel rapporto stilato dal tutore dell’ordine, tant’è che la Procura della Repubblica formulò il reato che ha portato il Fede davanti al giudice monocratico. Anche il pubblico ministero, Maria Mocciaro, ne aveva chiesto la condanna. La pena è stata, comunque, condonata.
MODICA. Insultò vigile urbano. Condannato a due mesi
- Ottobre 27, 2007
- 2:36 pm
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