“Si chiede di mantenere gli standard qualitativi alle aziende sanitarie, senza rimpiazzare le unità che vengono meno per motivi di anzianità o mobilità. E proprio per mobilità e per quiescenza del personale, che il reparto di neonatologia dell’ospedale Paternò Arezzo, si ritrova sottodimensionato e impossibilitato a dare i servizi necessari affinché la “terapia intensiva neonatale” possa dare il massimo per la cura dei piccoli, nati con gravi problemi e a rischio della vita. II pericolo è la chiusura della “terapia intensiva neonatale”, una soluzione inaccettabile sia dai medici che conoscono la realtà del territorio e che attualmente si prodigano con tutte le loro forze per evitare ciò, anche rischiando la propria salute, che da parte di tutti i cittadini della provincia di Ragusa e oltre; ma quando potrà durare tutto questo? Il governo regionale, data l’attuale situazione debitoria, ha deciso di attuare un piano di riqualificazione e di contenimento delle spese sanitarie nell’isola, accorpando realtà sanitarie, cosiddetti doppioni, distanti tra loro pochi Km , cercando di ottenere un servizio più qualificato e meno costoso, noi pensiamo che tutto questo non ha niente da spartire con un servizio quale la “terapia intensiva neonatale” presente solamente negli ospedali delle Province capoluoghi che sappiamo distanti oltre cento km l’uno dall’altro, così facendo si verranno a creare grossi pericoli sia per i neonati che per le gravide a rischio costrette ad essere trasferite. Secondo i dati ISMAC del 2002, ultimi dati ufficiali, la provincia di Ragusa ha registrato 105 casi di malformazioni, seguiti e curati, in un anno, assestandosi al terzo posto di importanza come ospedale in grado di dare questo tipo di assistenza, e non per niente è stato concesso dalla regione la sede dello STEN all’azienda ospedaliera di Ragusa riconoscendola come realtà ospedaliera meglio dislocata a garanzia di un’ottimale copertura dell’intero territorio della Sicilia sud-orientale. La nota dolente rimane che ad oggi malgrado siano passati quasi 2 anni il governo regionale non ha finanziato il progetto creando gravi difficoltà al centro, e il paradosso è che chiede all’azienda di trovare i fondi all’interno. Pensiamo che i nostri governanti regionali e in special modo l’assessorato alla sanità bene fanno a rivedere gli sprechi finora consumati, ma sarebbe più opportuno che si rivedesse con maggiore oculatezza le varie realtà dei territori, specie se uniche in provincia, le esigenze, le utilità evitando di fare tagli generalizzati che, sappiamo tutti, producono solamente disservizi e non promuovono certamente i risparmi ricercati.
RAGUSA: Rischio di chiusura della terapia intensiva, nel reparto di neonatologia dell’ospedale “Paternò Arezzo di Ragusa Ibla.”
- Novembre 28, 2007
- 10:41 am
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