In questi anni il Presidente della Regione Cuffaro ha aperto una serie di “Case Sicilia”, vere e proprie ambasciate regionali con lo scopo di promuovere l’economia e l’immagine della Regione Siciliana, l’ultima delle quali è stata inaugurata nei giorni scorsi in Bulgaria, sesta struttura di questo tipo dopo quelle presenti negli USA, in Francia, in Tunisia e in Canada. Mentre per i prossimi mesi la Regione avrebbe programmato l’apertura di altre sedi in Cina, in Svizzera e nuovamente in Canada, nella città di Toronto, dichiara il senatore di Sinistra Democratica Giovanni Battaglia(nella foto). Secondo notizie di stampa i primi risultati delle attività delle “case Sicilia” sarebbero tutt’altro che confortanti. La “Casa Sicilia” di Parigi a poco più di due anni dall’apertura registra perdite per 400.000 euro, mentre quella newyorkese, operativa dal settembre 2005, avrebbe promosso soltanto sei eventi tra i quali una degustazione “wine and cheese” e una mostra d’arte di una giovane artista. Inoltre la “Casa Sicilia” di New York ha un indirizzo e-mail al quale non è possibile scrivere, nessun addetto risponde al telefono negli orari indicati e la sede risulta non aperta al pubblico. Insomma delle vere proprie scatole vuote che per di più sono a carico dei contribuenti siciliani, dichiara il Senatore di SD. Insieme al collega Villone abbiamo presentato una interrogazione per sapere se il dettato dei comma 594, 595 e 596 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che limita fortemente le spese per l’attivazione delle sedi di rappresentanza all’estero delle regioni, si applichi e in che forma alle “Case Sicilia” e in particolare se venga rispettato il principio secondo il quale le spese sostenute per tali strutture dalla regione non debbano essere coperte, integralmente o parzialmente, con fondi statali, secondo quanto previsto dal sopradetto comma 594. Se si sia accertata la violazione delle norme di legge e sia stata realizzata la decurtazione compensativa prevista dal comma 595 che prevede una riduzione annuale dei trasferimenti statali pari alla spese sostenute nell’anno dalla Regione per compiere simili iniziative, raddoppiando così i costi sostenuti per l’attivazione di queste strutture. Abbiamo inoltre chiesto al Governo quale è il costo complessivo per la Regione siciliana per il 2007 delle sei “Case Sicilia” e quale è il giudizio sulla redditività delle “case Sicilia” e se costituiscano o meno un reale strumento di sostegno all’economia regionale e se, nella strategia di promozione commerciale di tali strutture, esista o meno qualche forma di coordinamento con gli uffici economici della nostra rete consolare e con gli uffici locali dell’Istituto del Commercio Estero, o se invece le “Case Sicilia” non rappresentino un improprio e inefficace doppione di funzioni assolte dalle ambasciate e dall’Ice.
CASE SICILIA: IL SEN. GIANNI BATTAGLIA, “SCATOLE VUOTE CHE COSTANO UN SACCO DI SOLDI2. INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E AL MINISTRO PER GLI AFFARI REGIONALI
- Novembre 30, 2007
- 3:47 pm
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