ESTORSIONE IN DANNO DI 14 VIGILANTES. TRIBUNALE DI MODICA CONDANNA IL DATORE DI LAVORO

Tre anni e 8 mesi di reclusione sono stati inflitti dal giudice unico del Tribunale di Modica, Patricia Di Marco, al pozzallese Giovanni Pediliggieri, 63 anni, titolare dell’istituto di vigilanza privata “La Torre” accusato di estorsione continuata in danno dei quattordici vigilantes alle proprie dipendenze, ed arrestato dai Carabinieri nel 2002. Il reato originario è stato, in ogni caso, derubricato in violenza privata, mentre per altri ancora è stato assolto. E’ stato un procedimento molto articolato durante il quale sono state passate al setaccio tutte le posizioni dei dipendenti dell’azienda. Nel processo era coimputata la moglie dell’uomo, Maria Agnello, 57 anni(entrambi sono difesi dall’avvocato Carmelo Scarso), che aiutava occasionalmente il marito nella gestione amministrativa. La donna è stata assolta per non avere commesso il fatto. Entrambi gli imputati sono stati difesi dall’avvocato Carmelo Scarso. Le indagini furono condotte dai carabinieri e sfociarono in un provvedimento restrittivo. In precedenza un teste aveva, in pratica, ritrattato quanto dichiarato antecedentemente ai carabinieri, alla stregua dei testimoni precedenti, uno dei quali non aveva riconosciuto come propria la firma apposta in calce al documento mostratogli dal giudice e che sarebbe poi servito agli imputati come documento autocertificativo per il trattamento di fine rapporto. Un testimone aveva, invece, riferito d’aver volontariamente firmato il foglio in bianco, consapevole del fatto che Pediliggieri lo avrebbe potuto usare come attestazione delle dimissioni del lavoratore di turno. L’imputato ha sempre sostenuto che i fogli in bianco, anche se debitamente firmati, non furono mai utilizzati per licenziare nessun dipendente. In buona sostanza, secondo l’accusa, Pediliggieri avrebbe fatto firmare fogli in bianco alle guardie giurate in modo da far intendere il loro licenziamento per dimissioni volontarie, con tutti i benefici del caso per il datore di lavoro. L’imputato, dopo qualche settimana di detenzione, era stato rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame di Catania.

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