Antiracket, riprende l’impegno a Scicli

Partecipato convegno, ieri sera a Palazzo Spadaro, organizzato dall’associazione antiracket e antiusura di Scicli con la Task Force il cui progetto di formazione e assistenza è stato finanziato dall’Unione Europea L’associazione antiracket come un sismografo. Il salone Falcone e Borsellino di palazzo Spadaro pieno quasi in ogni ordine di posto. La partecipazione degi commercianti, degli imprenditori e dei singoli cittadini c’è stata, e questo è già un segno del sentimento di legalità che si respira a Scicli. Partecipato convegno, ieri sera a Scicli, organizzato dalla locale associazione antiracket e antiusura, col patrocinio del Comune, con la Task Force il cui progetto di formazione e assistenza alle associazioni antiracket siciliane è stato finanziato dall’Unione Europea. Presenti i vertici provinciali di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Roberto Antonucci, coordinatore della Task Force, ha ricordato che da un punto di vista statistico negli ultimi anni Scicli sembra immune dal fenomeno del racket. "Eppure, nessun territorio può definirsi immune. Non possiamo rifiutare di vaccinarci sol perché i nostri vicini non sono influenzati", ha detto Antonucci ricorrendo a una metafora. Pierluigi Bongiovanni, esperto in comunicazione e marketing associativo: "Il ruolo dell’associazione antiracket è come un basso in un gruppo musicale. E’ uno strumento nascosto, quasi impercettibile, ma che detta il tempo a tutti gli altri. La presenza di un’associazione che tutela i presidi di legalità scoraggia i malavitosi dall’aggredire quel territorio". Gianni Guido Triolo, esperto in materia creditizia e finanziaria: "L’associazione antiracket ha il compito di introdurre gli enzimi della discontinuità rispetto alla cultura dell’allineamento in favore di chi propone di "fare un’assicurazione per la vita" contraendo un patto con la criminalità. E’ importantissimo che la Confindustria siciliana abbia dato un segnale forte, annunciando di espellere i propri associati che non denunciano il racket. Rispetto all’usura, bisogna dire che le banche sono il convitato di pietra della questione. Gli istituti di credito dovrebbero favorire molto di più il microcredito, che oggi rappresenta solo il 12% degli affidamenti bancari. A Enna il costo del denaro è complessivamente il 50% in più rispetto a Trento. L’associazione antiusura deve organizzarsi per dare ai commercianti assistenza tecnica gratuita per risolvere i problemi finanziari, con un legale, un commercialista, un esperto di credito. In questo un ruolo importante è rivestito dai Confidi, come presidi che assicurano un più facile accesso al credito". L’avv. Mario Carmelo Caruso, legale esperto in materia di antiracket e antiusura, ha ricordato come la criminalità sia passata dal chiedere molto denaro a pochi imprenditori, a una strategia diversa: poco a tutti. Scicli è geograficamente a rischio. Gli atti processuali parlano di rapporti tra famiglie locali e famiglie vittoriesi per stabilire confini, stringere alleanze…E’ l’economia della fascia trasformata a creare l’humus su cui si innestano questi rapporti economici illegali. C’è poi il fenomeno del pregiudicato che chiede un prestito salvo non restituire il dovuto. La dottoressa Enza Malatino, psichiatra e psicoterapeuta, ha affrontato i temi dello stress e della depressione cui è soggetta la vittima del racket, mentre l’avv. Franco Pizzuto, legale esperto in materia di antiracket e antiusura, ha spiegato come a denunciare non sia mai un singolo commerciante, ma l’associazione nel suo complesso, il che permette di spersonalizzare la denuncia. Riccardo Santamaria, infine, dell’antiracket di Vittoria, ha denunciato il fenomeno per cui alcuni imprenditori sono costretti ad acquistare l’ortofrutta di organizzazioni criminali, una sorta di "legalizzazione" del racket, con tanto di fattura e bolla di accompagnamento. L’antiracket di Scicli ha ripreso ieri sera un cammino mai sopito, a fianco delle forze dell’ordine, per assicurare i presidi di legalità nel territorio di Scicli.

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