Il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto ha interessato anche la provincia di Ragusa.

Il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto ha interessato anche la provincia di Ragusa. Blocco totale, ieri, sin dalle prime luci dell’alba, con gli autotrasportatori iblei che hanno dato vita a tre presidi impegnando, complessivamente, una ottantina di mezzi. Il primo presidio, già dalla mezzanotte di domenica, nei pressi dell’area d’ingresso della zona industriale del capoluogo, sulla ss 514, all’altezza dello svincolo con la strada provinciale 25 che conduce a Marina. Qui, il presidio è rimasto permanentemente sino a ieri sera e proseguirà per tutta la giornata di oggi, almeno sino a quando non si conosceranno gli esiti dell’incontro fissato a Roma tra i rappresentanti sindacali di categoria e il Governo. Altrettanti veicoli, un’altra trentina quindi, sono rimasti in sosta nei pressi di contrada Dicchiara, al confine di nord est del territorio della provincia di Ragusa con quella di Catania. Altri venti mezzi, invece, hanno presidiato l’area immediatamente limitrofa al mercato di contrada Fanello, a Vittoria. A livello siciliano, la protesta è stata indetta dall’Aias mentre a livello nazionale le sigle che hanno deciso di protestare sono Cna Fita, Confartigianato trasporti, Fai, Fiap, Sna Casartigiani, Unitai. Ma quali sono le richieste della piattaforma rivendicativa? "Chiediamo – è scritto nel volantino diffuso ieri nei tre presidi dell’area iblea – che l’aspetto più pregnante della protesta venga risolto. Il contenimento del costo del gasolio è essenziale per continuare alle nostre attività imprenditoriali di sopravvivere. Basti pensare che la voce gasolio, che da sola rappresenta circa il 30% delle voci di costi delle imprese, negli ultimi quattro anni ha subito aumenti che superano il 50% (per il solo 2007 più del 15%) per non parlare delle assicurazioni e dei pedaggi autostradali e dei traghetti". Gli autotrasportatori spiegano che se non saranno risolte queste fondamentali questioni, si rischia di chiudere baracca. "Chiediamo altresì certezza – hanno spiegato ieri quanti hanno installato i presidi di protesta – certezze sui tempi di pagamento per impedire lo sfruttamento e l’indebitamento delle imprese al fine di garantire sicurezza, trasparenza e legalità". Il settore dell’autotrasporto, in provincia di Ragusa, è risultato essere, negli anni, particolarmente fiorente. Anche grazie a questo settore, lo sviluppo, sul territorio provinciale, è andato ad un passo completamente diverso, sostanzialmente superiore, a quello di altre aree siciliane. "Adesso, però – hanno spiegato ieri mattina alcuni autotrasportatori che protestavano a Ragusa – siamo costretti a rivedere tutto. Se continua così, con questo andazzo, non ce la faremo a sostenere i costi delle nostre imprese e saremo costretti a chiudere ogni attività. E tutto ciò, è ovvio, non sarebbe un bene per il nostro territorio. Speriamo che dall’incontro di oggi, a Roma, possano arrivare risposte positive rispetto alle rivendicazioni che andiamo evidenziando da tempo".

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