BIMBI CONTESI. IL GIORNO PIU’ BREVE DELL’ANNO

Arriva nel giorno più breve dell’anno la sentenza della Corte d’Appello di Catania, il giorno in cui il sole ha raggiunto prima le tenebre. Istanza rigettata: i due fratellini di Ispica al centro di una contesa tra padre siciliano e madre statunitense non sono trattenuti in Italia da un divieto di espatrio. La madre ha perciò il diritto di prenderli e portali via con se. Il giorno più buio dell’anno è anche quello in cui la Polizia postale di Catania ha denunciato la donna, per aver pubblicato su un sito internet, il 26 novembre scorso, le foto, i nomi e i dati sensibili dei bambini. La donna, con fare algido e distaccato, ammette parzialmente la colpa: “Nel sito ho scritto erroneamente che erano stati “rapiti” dal padre. L’errore è dovuto alla mia scarsa conoscenza della lingua italiana”. Davanti la casa dei piccoli, a Ispica, oggi pomeriggio un mesto pellegrinaggio di amici, vicini di casa, compaesani: “Ingiustizia è stata fatta”, recita un cartellone affisso alla porta di casa. I compagnetti di scuola salgono alla spicciolata per salute gli ormai ex compagni di classe. Il piccolo dà istruzioni agli amici del padre per disegnare “un albero con il naso lungo”, il grande piange, in braccio a papà, chiedendogli di continuare: “Papà, perché non hai i superpoteri, come l’Uomo Ragno?” Il sindaco Rustico(nella foto) chiede di spegnere i riflettori, ringrazia i giornalisti, la cui presenza, mai come in questo caso è stata decisiva perché venerdì scorso i bimbi non venissero sottratti con la forza e portati in istituto. “Un amico di papà nostro è più bravo di te a disegnare gli alberi con il naso lungo”, rimprovera il piccolo. Il papà non è “mio”, ma “nostro”, perché il piccolo parla sempre al plurale, avvertendo inconsciamente di essere comunque legato almeno al fratello maggiore nella sua vicenda umana. E chi è l’amico di papà? “E’ a Perugia, a sposarsi per qualche matrimonio con qualcuno”. In casa si attende l’arrivo della mamma, papà prepara le valigie, si cerca di rendere il passaggio sereno, normale

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