RAGUSA. CHIUSURA NEGOZI. NUOVE POLEMICHE SINDACALI

A Ragusa gli esercizi, ed in particolare i centri commerciali, rimarranno aperti anche domenica 27 gennaio, aggiungendo così ancora una domenica in più rispetto al famoso calendario provinciale. La denuncia è del modicano Giorgio Iabichella(nella foto), Coordinatore Regionale del Comitato dei Dipendenti, che lancia un nuovo allarme sulla vicenda lungamente trattata delle aperture festive dei negozi. “La notizia – dice Iabichella – l’abbiamo appresa da fonte certa, ovvero dipendenti iscritti di Ragusa. Noi non abbiamo saputo nulla dall’amministrazione comunale del capoluogo ibleo, tanto disponibile ad ascoltare tutti, ma che più volte ha eluso il calendario provinciale e, soprattutto, sta portando a 114 giorni consecutivi di lavoro quel 67 per cento di dipendenti che non hanno avuto assolutamente riposo dal 21 ottobre scorso. Evidentemente nel momento delle decisioni non s’intende ascoltare il nostro parere”. Il rappresentante dei lavoratori sposta, poi, il tiro sulle organizzazioni sindacali. “Dove stanno – dice -. Sapevano di quest’ ulteriore deroga al calendario? Se ne occupano solo nel momento in cui si siedono attorno ai tavoli di concertazione e dettano protocolli e intese atte a favorire i dipendenti, ma che poi non riescono a far rispettare neanche nelle cose più elementari. E’ bello sottoscrivere accordi senza definire le modalità di verifica di detti accordi. La nostra petizione, controfirmata da 4000 cittadini(di cui oltre 1500 ragusani), chiede tra l’altro anche la costituzione di un organo di controllo, ove siano rappresentate tutte le parti (amministrazione, associazioni dei commercianti, sindacati e dipendenti, che possa verificare l’effettivo rispetto da parte delle aziende dei protocolli d’intesa che tutelino i dipendenti. Evidentemente, forse, nessuno lo vuole. Abbiamo accettato di non partecipare al tavolo per le aperture domenicali istituito dal comune di Modica, decidendolo concordemente col sindaco, pur di non dare pretesto ai sindacati di non partecipare, e quindi di non firmare, agli incontri dedicati alla discussione delle aperture domenicali a Modica. I sindacati ritengono che la nostra presenza a quei tavoli non è necessaria, forse perchè rappresentiamo solo 400 dipendenti. La condizione di noi lavoratori e delle nostre famiglie è in balia degli interessi economici che non danno tregua alle nostre "piccole" esigenze. Il 2008 mi pare pieno di dubbi ed incertezze per noi dipendenti, ancora una volta”.

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