Ragusa, le donne del centro storico protestano contro i bordelli

Le donnine asiatiche di via Roma che mettono annunci a pagamento sui giornali spacciandosi per massaggiatrici, e che altro non sono che prostitute che gestiscono "case chiuse", stanno mettendo in subbuglio il quartiere. I residenti convivono male con i laboratori a luci rosse e, di riflesso, peggiora anche la convivenza con gli immigrati. Il consigliere di Ragusa centro Giannella Gurrieri, raccogliendo il dissenso fra la gente, nei giorni scorsi aveva annunciato la convocazione di un’assemblea dei cittadini. "Qualcuno vuole già vendere la casa e altri stanno pensando di andare via comunque – dice il consigliere – in questo quartiere non se ne può più fra prostitute e immigrati che creano problemi di ordine pubblico". Giovedì abbiamo cercato di intervistare i residenti di via Roma e hinterland. Molti anziani non hanno voluto parlare dell’argomento davanti alla telecamera. Un settantenne ci ha detto che "il fastidio delle prostitute non è enorme". "Non è giusto comunque che esistano queste case chiuse in via Roma – aggiunge il pensionato – ma non saprei nemmeno se sia giusto che stiano per strada". Angelo Migliorisi, operatore economico ha le idee più chiare: "Considerato il numero di clienti che vediamo ogni giorno, sarebbe meglio essere meno ipocriti". Un ragazzo rumeno ci risponde con determinazione. "Ci devono pensare le forze dell’ordine a mandare via le prostitute da questa strada – dice Gigi, un giovane rumeno – e non è giusto che lavorino così. Come è giusto che vengano mandati via i romeni che chiedono l’elemosina ai semafori e tutti gli immigrati irregolari e che delinquono". Non tutti gli stranieri sono così intransigenti. Fernando, brasiliano, è abituato alle case chiuse e alle prostitute per strada. "Da noi in Brasile il sesso per strada e le case a luci rosse si trovano ovunque – dice sorridendo il sud americano – ma capisco il disagio della gente. Non è bello conviverci sempre". Talbi è un africano abbastanza integrato, che vive da parecchi anni nel capoluogo. "Molte donne straniere che arrivano qui sono in gravi difficoltà – afferma Talbi – non so se è il caso di queste prostitute, cioè se hanno scelto questo mestiere per necessità, ma conosco tante ragazze che lavorano in nero, e sono disperate perchè non c’è lavoro per loro".

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