Discarica di San Biagio a Scicli. Sarà confermata la chiusura al 28 febbraio?

Il dubbio è sorto da quando dall’Ato Ambiente Ragusa è trapelata l’indiscrezione che Cava dei Modicani a Ragusa potrebbe non essere pronta per la fine del prossimo mese. Il presidente dell’Ato Gianni Vindigni aveva assicurato che nel secondo mese di quest’anno la struttura comprensoriale avrebbe chiuso i battenti. Purtroppo, le difficoltà di costruzione della nuova vasca potrebbero ritardarne la disponibilità. “Confidiamo nelle parole del presidente dell’Ato, Gianni Vindigni –commenta il sindaco di Scicli, Bartolomeo Falla- e per quanto ne sappiamo il 28 febbraio San Biagio chiuderà. Nel caso contrario, chiederemo a Vindigni di consentire il conferimento solo a Scicli. I tre Comuni conferirori, Modica, Ispica e Pozzallo dovranno in ogni caso conferire a Ragusa”. La tensione in città è alta. L’11 settembre si è sfiorato lo scontro fisico quando alcuni manifestanti hanno tentato di impedire ai camion compattatori dei comuni conferitori di conferire a San Biagio. In quella occasione fu l’intervento della forza pubblica a sbloccare la situazione. La promessa, fatta in quella occasione dal presidente Vindigni, fu di chiudere San Biagio il 28 febbraio. Promessa che potrebbe non essere mantenuta a causa dei problemi intervenuti di recente. La vasca in esercizio attualmente è in via di esaurimento e potrebbe bastare, oltre la data fissata per la chiusura della struttura, solo per ospitare gli Rsu di Scicli. Non è un mistero che, dopo la messa in sicurezza della struttura comprensoriale e la creazione dell’impianto di captazione dei biogas l’Ato Ambiente avrebbe intenzione di proseguire la coltivazione della vasca di San Biagio, ma questo si scontra con la sensibilità dell’opinione pubblica sciclitana, assolutamente contraria a ogni prosecuzione dell’esperienza, alla luce dei disagi ambientali veri o presunti. Esiste a Scicli un Comitato che denuncia l’aumento dei casi tumorali nella popolazione, attribuibili, secondo gli ambientalisti, proprio alla presenza della discarica. C’è anche chi, pur negando la diretta correlazione tra aumento dei tumori e discarica, ritiene che una città Unesco non possa continuare a ospitare una discarica comprensoriale a pochi chilometri dal centro storico della città.

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