GUARDIA MEDICA DI RAGUSA IBLA. IL PARERE DI RANDO ESPONENTE RSU DELL’AUSL 7

Evviva ogni tanto i politici di questa provincia vincono una battaglia e che battaglia, sono riusciti a salvare una guardia medica e tutti a brindare con spumante per questo trionfo. Questi i toni trionfalistici apparse sulla stampa. Era ora che qualche risultato questa provincia, sempre bistrattata a livello palermitano, dimostrasse di avere gran carattere e forza per far prevalere le ragioni di una scelta. Bravi complimenti per questo grande risultato, la popolazione iblea saprà ricompensarvi. Il risultato di questa vittoria così trionfale e clamorosa ha un prezzo altissimo in pratica vale a dire quello di avere perso le guardie mediche turistiche lungo la fascia costiera di tutta la Sicilia, nel periodo giugno/settembre che ogni anno ha assicurato l’emergenza nelle località turistiche. Per far capire alla pubblica opinione la mobilitazione, che ci riguarda come territorio, che è stata inscenata per mantenere la guardia medica di Ibla, è giusto informare i cittadini quali sono i servizi sanitari che at tualmente esistono nel capoluogo: Azienda ospedaliera (Civile e OMPA) con un grande pronto soccorso; Ambulanza al servizio della città con il rianimatore a bordo; Due ambulanze 118 al servizio dei cittadini di Ragusa, una dislocata a Ibla; Una guardia medica a pochi metri dall’Ospedale civile e a qualche chilometro da Ibla. Il tutto per una città che conta meno di 70.000 abitanti. Ebbene, che la protesta la facessero i Sindaci di quei comuni che non hanno presidi ospedalieri era più che legittimo, poichè la guardia medica rimane l’unico riferimento per poter garantire un minimo di assistenza; ma che la facessero i sindaci con la pancia piena mi sembra troppo. Questo misero risultato è la sconfitta della politica e dei politici siciliani che si ostinano a non capire che il sistema sanitario siciliano è crollato. Il tempo delle scelte è arrivato, mettere da parte il clientelismo ed il populismo. Oggi più che mai bisogna governare il cambiamento con il piano di rientro è diventato un obbligo per risanare i guai della sanità. Bisogna mettere mano ai doppioni, agli sprechi alle inefficienze per poter garantire un’assistenza decente ai cittadini che sono costretti ad emigrare in altri ospedali per avere un posto letto o attendere mesi e mesi per una prestazione. I politici che faranno tra qualche mese per garantire l’assistenza sanitaria lungo la costa iblea di clamoroso? Insceneran no altra carnevalata per far ritornare chi ha già deciso, di ammettere di avere sbagliato smantellando le guardie mediche estive in tutta la Sicilia? L’Assessore Lagalla tra qualche settimana non sarà più assessore sarà quindi chi gli succederà a sbrogliare la matassa, sentenza permettendo in attesa per il Governatore Cuffaro? Con tutta questa confusione che ne sarà della sanità siciliana ormai allo sfascio dove ogni giorno i siciliani vedono allontanare sempre più il diritto alla salute garantita dalla Costituzione? Chi paga lo sfascio per anni d’allegra gestione, non certo chi ha determinato lo sfascio, saranno invece, come sempre, i cittadini ed i lavoratori che vi lavorano in condizioni d’estremo disagio per poter garantire un minimo di assistenza. Approfitto per ricordare al Sindaco Di Pasquale essendo il presidente della conferenza dei Sindaci d’attivarsi non solo per la guardia medica di Ibla ma per tutto il malcontento della sanità che i cittadini iblei lamentano, con iniziative che veda coinvolte le Istituzioni, la società civile, la chiesa, se esistono ancora i Sindacati, gli operatori che vivono quotidianamente i disagi per discutere una volta per tutte quale sanità vogliamo in questa provincia di Ragusa con le risorse che abbiamo. Se il Sindaco non si sente di assumere iniziative per non turbare gli equilibri?, faccia un passo indietro e si dimetta da presidente. L’opportunità ci viene offerta col piano di rientro 2007/2009 quando si dovrà decidere la rimodulazione degli ospedali. Il tempo delle vacche grasse è finito è arrivato il momento delle scelte non più rinviabili divenuto ormai, obbligo morale nei confronti dei cittadini che reclamano il diritto di essere curati e assistiti. Diversamente è il fallimento di tutti.

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