Iniziative nelle carceri. Monte: ” un viatico per il recupero sociale”

Le attività socio-ricreative promosse dall’assessorato alle Politiche Sociali nella case circondariali di Ragusa e Modica si sono concluse con la rappresentazione dell’ultima commedia portata in scena dalla compagnia teatrale “Gli amici di Matteo” di Scicli. Si è trattato di un vasto programma che ha coinvolto alcuni gruppi musicali e il coro “Mariele Ventre” di Ragusa che ha riscosso un notevole successo di simpatia. “Iniziative come quelle portate avanti nelle carceri – afferma l’assessore Raffaele Monte, a conclusione del progetto – vanno a sostenere la finalità della funzione dei luoghi di reclusione che dovranno essere spazi di recupero e non di restrizione. Un spazio in cui la società non si vendica della persona colpevole ma una struttura che offre la possibilità di conoscersi e ritrovare una propria progettualità attraverso l’elaborazione delle problematiche di base che spesso spingono verso percorsi devianti. Per recupero si vuole intendere quel processo di modificazione degli atteggiamenti e dei conflitti finalizzati al reinserimento sociale. La società ha il diritto di difendersi e di punire chi non osserva la legge, ma ha anche il dovere di favorire e creare tutte quelle condizioni che possano aiutare una persona emarginata, autore di un reato, al reinserimento sociale. Ciò è realizzabile con il dialogo tra società e detenuto. Nel carcere dovrebbe esserci più spazio per la cultura e per il lavoro. Avere più cultura significa avere più opportunità per affrontare e superare le devianze. Le iniziative messe in campo nel periodo natalizio sono state rilevanti sul piano del recupero sociale, pertanto, riteniamo utili intensificare alcuni interventi ricreativi e formativi. Le varie iniziative che svilupperemo nel corso del nuovo anno vogliono offrire un nuovo percorso di autoconsapevolezza, conoscenza di sé, del proprio grado di autostima, valorizzazione delle risorse personali e scoperta delle proprie potenzialità per permettere di trasformare il disagio e la sofferenza in risorsa creativa guardando alla prospettiva di un futuro migliore una volta scontata la pena”. (gm)

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