Scontrini, 7 su 10 “dimenticano” E la Finanza chiude mille negozi. Il numero più alto in Sicilia

ROMA – La maglia nera va alla Campania: su dieci negozi controllati, otto sono stati pizzicati dalla Finanza tre volte consecutive a non emettere lo scontrino fiscale. Fanno un po’ meglio gli umbri dove gli irregolari sono appena sotto la metà degli esercizi controllati, ma la percentuale resta alta. In media, nell’anno appena concluso, sette esercizi su dieci visitati dal fisco sono stati sorpresi a non emettere scontrino fiscale. Sulla vetta della non onorevole classifica ci sono negozi di abbigliamento, bar, ristoranti, pizzerie e panettieri. Con un pizzico di ironia, gli ispettori del fisco sostengono che le loro visite fanno bene ai negozianti: "Pensate che nei giorni successivi ai controlli, gli incassi aumentano improvvisamente del 20% rispetto ai quindici giorni precedenti alle verifiche". Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza "dal novembre del 2006 alla fine del 2007 – scrivono in una nota congiunta – hanno effettuato più di 180mila controlli su tutto il territorio nazionale, riscontrando violazioni alla normativa nel 69% dei casi". L’Umbria sembra essere la regione più ligia al rispetto delle norme sull’emissione di scontrini e di ricevute fiscali: "Su 2.340 controlli – scrive l’Agenzia dlele Enetrate – sono risultati non in regola appena il 45 per cento dei visitati". Ben diversa la situazione in Campania dove addirittura l’84% dei controlli ha evidenziato una violazione dell’obbligo. Gli esercizi chiusi nel 2007 per non aver emesso lo scontrino almeno tre volte, sono stati 1.017. La regione che ha visto più serrande abbassate è stata la Sicilia: 123 provvedimenti di sospensione. Seguono il Veneto con 117 chiusure ordinate dopo tre verbali, e il Lazio con 90. La Valle d’Aosta, invece, si è dimostrata tra le regioni più virtuose, o quantomeno tra quelle dove l’attività di controllo ha sortito migliori risultati in tema di deterrenza: un solo provvedimento di chiusura su 276 violazioni accertate.

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