GIUDICE DEL LAVORO. VA RIASSUNTA LA LAVORATRICE LICENZIATA DALL’ANFFAS DI SCICLI. E INTANTO INFUOCANO LE POLEMICHE

Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Modica ha ordinato la riassunzione di un’operatrice all’interno dell’Anffas di Scicli precedentemente licenziata. L’associazione ad oggi non ha ottemperato al provvedimento, mentre un gruppo di familiari di utenti del Centro di Socializzazione per persone con differenti abilità, attacca l’organismo attraverso una lettera aperta inviata alle sedi regionale e nazionale Anffas. “Il servizio – dicono i firmatari della lettera – è stato interrotto dal primo agosto al 17 ottobre scorsi, data, quest’ultima, in cui il centro ha riaperto solo a seguito di una diffida inviata al dirigente comunale. “Corre voce di un possibile ritiro del marchio Anffas all’associazione sciclitana, mentre il direttivo non ha ritenuto di indire un’assemblea delle famiglie socie, né, comunque, di informarle in qualsiasi altro modo della fondatezza o meno delle notizie”. Il servizio, secondo quanto si evince dalla lettera aperta, scadrà il prossimo 31 gennaio, data ultima della proroga concessa dal Comune di Scicli. Entro giovedì dovranno essere espletate le procedure per il nuovo affidamento. In questo senso, pare che non si voglia procedere come negli anni passati. “Riguardo alla mancata assunzione della lavoratrice licenziata – dicono gli interessati – questo potrebbe comportare l’obbligo di corrispondere alla persona tutte le mensilità arretrate oltre al risarcimento dei danni e questo sarebbe a carico delle famiglie che, invece, sono tenute all’oscuro di tutto e, pertanto, si ritroverebbero a dovere pagare due volte lo stesso tipo di operatore. Tra le altre cose, molti di noi che siamo anche soci fondatori, hanno già da tempo richiesto di essere reimmessi nel sodalizio, ma ad oggi non hanno avuto alcuna notizia in merito”. I firmatari della lettera chiedono al presidente nazionale Anffas, delucidazioni riguardo alla regolarità circa l’uso del marchio che “ritengono fonte di garanzia per l’eccellenza dei servizi forniti da sempre dalle associazioni che hanno avuto l’onore di usufruirne in tutte le realtà dove hanno operato, tranne a Scicli”. A causa di ciò e nell’incertezza che vigerebbe sul servizio un gruppo di famiglie dal primo gennaio ha ritirato i propri familiari dalla frequenza del centro. Sembra che il sindaco, Bartolomeo Falla intenda, in ogni modo, andare all’affidamento diretto del servizio all’associazione sciclitana, previo il superamento dei problemi esistenti, sarebbe dunque necessario che le famiglie aventiniani tornino sui propri passi. “Ci risulta – dice l’avvocato Daniela Coria, che segue la vicenda anche per conto della dipendente licenziata che le famiglie interessate abbiano ricevuto telefonate minacciose ed offensive al fine di ritirare ogni istanza di protesta. Stessa circostanza ha interessato lavoratrice licenziata, alla quale è stata assicurata, ma solo verbalmente, la riassunzione in caso di riaffidamento al Centro di Socializzazione, se rinuncerà alla vertenza davanti al giudice del lavoro”.

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