Modica: Procedimento penale in corso per la morte del modicano Ferdinando Cassone

“Quando la vittima arrivò in ospedale ci dichiarò che la ferita che presentava se l’era procurata accidentalmente”. Lo ha chiarito ieri davanti alla Corte d’Assise di Siracusa, il dottor Romualdo Polara, uno dei quattro testi chiamati a deporre nel processo per omicidio preterintenzionale, reato contestato a M.C., parente di Ferdinando Cassone, un ex insegnante di educazione fisica modicano, molto noto in città, deceduto nel novembre del 2004. I magistrati hanno ascoltato il consulente di parte, Giuseppe Bulla che ha confermato la presenza sul corpo dell’imputata di un’ecchimosi, segno di colluttazione, mentre un cugino, Claudio Monteverde ha spiegato che in famiglia c’erano dei dissapori per motivi di eredità. L’ultimo teste escusso è stato il figlio della vittima, Angelo, il quale ha rimarcato il temperamento del padre. Nel corso della fase preliminare il consulente tecnico d’ufficio nominato dal Procuratore della Repubblica di Modica, aveva sostenuto che le cause scatenanti della morte dell’uomo sarebbero da attribuire ad un forte colpo subito al basso ventre che, così, confermerebbe quanto dichiarato poco prima della morte ai suoi soccorritori il pensionato. Cassone quel giorno si trovava a casa. Sembra che a causa di un diverbio sia stato colto da malore. L’interessato subito dopo telefonò al cognato perché il figlio, che risiede a confine con l’abitazione dei genitori, non era in casa, per farsi accompagnare in ospedale. La denuncia fu presentata dal nipote alla polizia al quale il malcapitato aveva confessato di avere subito, poco prima, un violento calcio al basso ventre da parte di una parente. Dopo le prime cure, fu necessario sottoporlo d’urgenza, ad un delicato intervento chirurgico, ma, dopo alcuni minuti dall’operazione, sarebbero sopraggiunte delle complicanze che ne provocarono il decesso. Il processo proseguirà il prossimo 20 marzo.

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