MODICA. LA MORTE DI PADRE BASILE. FISSATA UDIENZA PRELIMINARE. DUE GLI INDAGATI

Sono ufficialmente due gli indagati per la morte di Don Rosario Basile, responsabile della parrocchia Maria Santissima della Catena, deceduto a seguito di un incidente della strada, avvenuto giovedì sette dicembre del 2006 alle ore 20 in Via Gerratana. La Procura della Repubblica ha formulato i capi d’imputazione alla conducente l’autovettura che investì l’anziano prelato, ed un medico dell’Ospedale Maggiore. Le indagini, infatti, sono state dichiarate chiuse ed è stata fissata l’udienza preliminare per il prossimo 24 aprile. Devono rispondere entrambi di omicidio colposo. Diverse le perizie che sono state eseguite: una dal consulente tecnico d’ufficio, Orazio Cascio, e poi quelle dell’ingegnere Giovanni Dell’Agli, di Vittoria, e dei due periti di parte, l’ingegnere Vincenzo Paradiso di Acireale, ed il dottore Salvatore Pianeta, nominati dai due indagati, la conducente la Peugeot ed il medico dell’Ospedale Maggiore, ma anche il geometra Salvatore Blanco, nominato dall’avvocato Nino Frasca Caccia, che rappresenta nella vicenda i fratelli dell’anziano sacerdote. Oltre a Frasca Caccia sono interessati pure gli avvocati Ivan Pediglieri, Salvatore Citrella e Giuseppe Nigro. Nel corso dell’indagine(è stato anche effettuato un incidente probatorio sul luogo del tragico sinistro)pare che la conducente della Peugeot 205 abbia smentito di avere toccato con la propria autovettura il Basile, tant’è che i difensori sostengono che il prete si sia fratturato il bacino dopo essere scivolato forse perché preoccupato dall’arrivo dell’utilitaria. In un primo momento la vicenda era stata archiviata ma successivamente, anche a seguito di un pesante intervento di Orazio Puglisi, uno dei parrocchiani più vicini a Padre Basile, che pare non fu condiviso per il luogo dal Vescovo di Noto, nel quale denunciava superficialità del personale sanitario dell’Ospedale Maggiore nelle ore di degenza del parroco, che poi, morì intorno alle 5 del mattino. Una petizione dei parrocchiani consegnata, all’epoca all’avvocato Orazio Buffalgini, che la consegnò al Procuratore della Repubblica, convinse il magistrato ad aprire l’inchiesta tant’è che il 14 gennaio il corpo di Don Basile fu riesumato per potere eseguire l’autopsia e lo stesso Puglisi fu interrogato sull’assistenza medica che sarebbe stata data al sacerdote(pare che un’infermiera alla quale la vittima chiese aiuto per i forti dolori avesse suggerito a quest’ultimo di pregare).

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa