A seguito di una circolare del Ministero della Salute del 3 agosto 2007, si impone alle cittadine romene e bulgare disoccupate il pagamento di 810 euro per l’interruzione di gravidanza e di 2.500 euro per l’assistenza al parto. Al riguardo, la Direzione Sanitaria dell’Azienda dell’Ausl 7 di Ragusa aveva tenuto una riunione con i responsabili dei Consultori Familiari, dalla quale era emersa la difficoltà da parte della moltitudine dei cittadini comunitari a poter affrontare tutte le spese previste per tali prestazioni. Si decise, in quella sede, che data la notevole percentuale di cittadini comunitari presenti sul nostro territorio – quasi tutti in precarie condizioni economiche – e in considerazione del fatto che l’interruzione delle prestazioni sanitarie avrebbe finito per alimentare un mercato di pratiche clandestine, di continuare ad erogare dette prestazioni a totale carico dell’Azienda, con contabilità separata ai fini di un successivo rimborso. Tale decisione, tra l’altro, ha voluto evitare una curiosa discriminazione fra Stranieri Temporaneamente Presenti (STP), extracomunitari che hanno diritto alle prestazioni sanitarie, anche se clandestini, ed Europei Non in Regola (ENI), che non ne avrebbero diritto perché cittadini appartenenti alla Comunità Europea.
AUSL 7 DI RAGUSA. Diritto alle cure mediche dei cittadini comunitari temporaneamente presenti.
- Febbraio 20, 2008
- 3:19 pm
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