IL PROCESSO SUGLI SBARCHI. IL TRIBUNALE DI MODICA CHIEDE ALL’INTEPOL L’ESTRADIZIONE DA MALTA DI ALTRI DUE EXTRACOMUNITARI

E’ necessaria l’estradizione da Malta di altri due imputati, uno è, addirittura, ancora a piede libero. Nelle scorse settimane era stato estradato John Xuereb, detto Gioni, che stavolta, ovviamente, era presente in avvio del processo davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Ciraolo e De Marco, a latere). Si tratta del procedimento nei confronti di 5 extracomunitari arrestati mesi fa dalla polizia di Modica con l’accusa di avere costituito un’organizzazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Maktouf Farhat, 38 anni, difeso dall’avvocato Enrico Platania, e Sadok Bougnimi, 45 anni, patrocinato dall’avvocato Raffaele Drago, entrambi tunisini, braccianti agricoli residenti a Punta Secca, Murath Kalas, difeso dall’avvocato Giovanni Giurdanella, e Jlmaz Aslan, difeso dall’avvocato Sbezzi, e, appunto, Xuereb, difeso dall’avvocato Campisi, poi rimessi in libertà. Proprio l’avvocato Campisi ha sollevato delle eccezioni ritenendo nulli gli atti del processo per la mancata notifica dell’avviso di conclusione delle indagini al proprio assistito. I giudici si sono riservati, ma, intanto, hanno incaricato l’Interpol di procedere all’estradizione dei due imputati ancora in libertà a Malta. I 5, secondo l’accusa, avrebbero fatto parte di un’organizzazione che avrebbe favorito lo sbarco di extracomunitari sulla costa iblea. Durante l’interrogatorio Farhat si disse estraneo ai fatti mentre Bougnimi si avvalse della facoltà di non rispondere. Nel corso di un confronto con altri tre extracomunitari fu riconosciuto solo Farhat, mentre il secondo fu indicato come il soggetto che aiutava i clandestini al momento degli sbarchi. Aslan fu indicato come colui che procurava l’ingresso in Italia ed avrebbe operato a Malta. Secondo gli inquirenti, i 5 costituirono l’organizzazione malavitosa e trasferivano in territorio ibleo i clandestini con un natante veloce pilotato da uno scafista rimasto ignoto. Farhat e Bougnimi erano dipendenti di un’azienda agricola a Santa Croce Camerina. Al momento dell’arresto erano stati indicati come gli addetti alla "reception", si sarebbero occupati di nascondere, non appena sbarcati, i clandestini che erano destinati all’interno di case diroccate di Punta Braccetto dietro il pagamento di una somma di cinquanta euro a testa. La prossima udienza è stata fissata per il 9 aprile.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa