Pd, altri esclusi eccellenti. Fuori dalle liste per le regionali anche Speziale, Villari e Zago per aver superato il tetto delle tre legislature.

PALERMO – Continuano in casa Pd le riunioni e i vertici per la formazione delle liste anche in chiave regionale. Domani il vertice decisivo, ma cominciano già a trapelare altre esclusioni eccellenti per il principio di rispettare il tetto delle tre legislature. Il partito di Veltroni in Sicilia non ricandiderà quasi certamente il vicepresidente uscente all’Ars Lillo Speziale, il comisano Salvatore Zago e Gianni Villari, tutti di area diessina. Nella Margherita, dovrebbero saltare le candidature del nisseno Giuseppe Galletta, il palermitano Antonio Zangara non dovrebbe riconfermare la sua volontà di correre per il parlamento regionale. "Metteremo in lista candidati giovani – dice il vice segretario Tonino Russo – perchè è l’unico modo per assicurare quella stessa determinazione che che avevano all’inizio gli attuali parlamentari con più di venti anni di carriera politica alle spalle". Il segretario siciliano Francantonio Genovese, già nei giorni scorsi, aveva annunciato che "il rispetto e l’applicazione della regola che impone un massimo di tre mandati parlamentari, è l’unica garanzia di vero equilibrio e ricambio della politica". A tre giorni dall’ufficializzazione delle liste per le prossime elezioni politiche, il segretario regionale del Pd torna sul caso dell’esclusione di Beppe Lumia. "Sono stato tra i primi a dire che sarebbe stato un errore, mentre si decidevano le liste a Roma. Ma sono andati avanti come era stato stabilito in precedenza". "Questa esclusione – afferma Genovese – io l’ho subita. Beppe è un mio amico vero e ho sempre apprezzato e sostenuto tutte le sue coraggiose battaglie antimafia. Hanno prevalso le regole – dice -. In un partito esistono anche quelle". Genovese ha però sottolineato che "non tutti gli esclusi hanno ragione di lamentarsi". Il segretario regionale del Pd parla anche della presenza nei collegi della Sicilia di personalità politiche lontane dai problemi dell’Isola: "Io sono il primo a dire che si sarebbero dovute evitare imposizioni dall’alto di personaggi che non sono legati al territorio. Ma questa – spiega – è una mia posizione personale che pure ho semnpre manifestato". A chi gli chiede un commento sulle critiche provenienti dalla base del partito e che parlano di una Sicilia considerata dagli apparati nazionali come terra di conquista, Genovese risponde: "È una valutazione che se prendiamo per buona non riguarda solo la Sicilia ma tutte le altre regioni. È un criterio generalizzato in tutta Italia. Lo hanno imposto i dirigenti nazionali, noi ci siamo solo adeguati". Alcune voci vorrebbero ora il vicepresidente dell’Antimafia in procinto di passare all’Italia dei Valori: "E io non voglio crederci – sottolinea Genovese -. Se così sarà, proverò un grande dispiacere. Ritengo si debba fare di tutto per evitare che vada via". Un’ultima battuta il segretario regionale del Pd la dedica alla scarsa partecipazione per la formazione delle liste dell’Ars: "Registro un grande fermento di dirigenti e militanti che ambivano a un posto sicuro per la Camera o il Senato – sottolinea Genovese -, mentre alle regionali praticamente non vuole candidarsi nessuno. Sarà forse perchè al Parlamento nazionale si accede dalle liste bloccate mentre all’Ars si arriva con i voti che ciascuno riesce a mettere assieme?".

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