POLITICHE. AMMESSI 147 CONTRASSEGNI TRA I 177 PRESENTATI. E C’E’ LA SBIZZARRIA DELLE DENOMINAZIONI. ANCHE “IL PARTITO DEGLI IMPOTENTI”

A ognuno il suo. Anche alle prossime elezioni i movimenti politici in gara per un seggio in Parlamento saranno numerosi. Fin troppo. L’auspicato bipolarismo non sembra aver frenato la proliferazione di partiti. La direzione Centrale dei Servizi Elettorali del ministero dell’Interno ha già dato l’annuncio: il Viminale ha ammesso 147 dei 177 contrassegni presentati per le elezioni 2008. In 21 casi il ministero ha invitato i depositanti, in base alla normativa vigente, alla sostituzione del contrassegno entro 48 ore dalla notifica. Tra questi il simbolo di Storace, della Dc di Pizza e della Dc di Sandri. I nove restanti sono stati dichiarati senza effetto per carenza di documentazione. L’italica creatività non si è fatta attendere: molte delle soluzioni approvate non passano inosservate sia per le scelte grafiche – con loghi che oscillano tra il barocco e l’improvvisato – sia per la denominazione data al partito o al movimento che si intende lanciare. Che dire, ad esempio, del “Sacro Romano Impero Liberale cattolico – Giuristi del Sacro Romano Impero Cattolico – Movimento europeo Liberal Cristiano Giustizia e Libertà” con candidata leader Mirella Cece? Maggior dono di sintesi ha avuto invece il partito capitanato da Gustavo Ogliari, denominato “100%”: indubbiamente ben augurante. La crisi delle istituzioni politiche e le polemiche degli scorsi mesi non sono passate senza colpo ferire: si sono ad esempio moltiplicati i movimenti che, anche nell’immagine, si rifanno a Beppe Grillo (nominato in almeno 5 liste) o al potere della Rete (“Partito internettiano”) e quelli che attaccano i privilegi dei politici: è il caso di “Casta contro”, con leader Mario Nicoletti. Il controverso nome di Emanuele Filiberto compare sullo stemma di “Valori e Futuro”, per le circostrizioni estero, mentre Carmine Abagnale gioca sulla sua quasi omonimia con il campione olimpionico fondando il partito “Non remare contro”.

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