MODICA. LA MORTE DEL FRUTTIVENDOLO CANNATA. IL CTU NON HA DUBBI SULLE RESPONSABILITA’ DELL’INDAGATO

Il consulente tecnico d’ufficio nominato dalla Procura della Repubblica, ha depositato le sue conclusioni circa la dinamica dell’incidente avvenuto lo scorso mese di agosto in Via Marchesa Tedeschi nel quale perse la vita il fruttivendolo modicano Concetto Cannata, di 64 anni. All’alba del tragico giorno, l’uomo, a bordo del proprio veicolo da lavoro, si era scontrato con un’autovettura Polo condanna da un giovane del luogo. Il Ctu, Giovanni Papanno, sembra non abbia avuto dubbi circa le responsabilità del sinistro. Pare che l’autovettura, nell’abbordare il curvone, sia finita nella corsia opposta mentre sopraggiungeva il furgoncino condotto dal Cannata che, invece, procedeva a velocità moderata e che nulla avrebbe potuto fare per evitare l’impatto. La Procura aveva affidato la perizia autoptica al dottor Giuseppe Alfieri di Catania. Gli eredi della vittima, che sono patrocinati dall’avvocato Salvo Maltese, avevano nominato quale perito di parte il dottor Vincenzo Cilia, mentre per l’aspetto prettamente tecnico avevano nominato l’ingegnere Antonino Polino. Il diciannovenne indagato di omicidio colposo, è patrocinato dall’avvocato Carmelo Ruta. I rilievi dell’incidente furono eseguiti dai carabinieri. La morte di Concetto Cannata, secondo l’autopsia, sarebbe stata determinata da gravissimo trauma cranico ed addominale. L’uomo, come si diceva, era alla guida del suo furgoncino e si stava recando presso il mercato ortofrutticolo, seguito a distanza di pochi minuti dal fratello con un altro veicolo della ditta e con il quale gestiva una bancarella di frutta e verdura in Corso Umberto, dirimpetto all’Istituto Magistrale. A questo punto si aspetta la decisione della magistratura inquirente che dovrebbe dichiarare chiuse le indagini.

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