MODICA, INTERVISTA ALL’ATTORE ANDREA TIDONA

In principio fu il pittore comunista Stefano Venuti de “I cento passi”, poi fu Rocco Chinnici ed infine Giovanni Falcone. Adesso è Pasquale Latella, marito della Angela, donna coraggio, dalla cui storia è tratto il film-tv in onda domani e lunedì su Rai Uno, “Il Coraggio di Angela”. Lui è Andrea Tidona, modicano, di professione attore, che interpreta, al di là della perfetta “imprenditoria del sé” tipico dei modicani, da qualche tempo a questa parte ruoli e personaggi “simbolo”. “Effettivamente da Stefano Venuti in poi alcuni personaggi sono stati proprio “forti” – dice -. Chinnici, così come Falcone e ora il marito di Angela (nella realtà Silvana Fucito). Sono ruoli laici, di quel laicismo che è l’essere senza regole e senza gerarchie. Il “rompere le regole” di Falcone anche a costo della vita, ma anche il “bollire dentro” di Stefano Venuti, fino agli ultimi personaggi, spero possano essere da stimolo, da pungolo, per chi li guarda e magari li conosce attraverso la fiction. Se anche una sola battuta riuscisse a cambiare le cose, ne sarei felice. Per il momento però sono un po’ scettico stando a guardare come vanno certe situazioni!”. Tidona dunque torna sul piccolo schermo interpretando “un buon padre di famiglia che – racconta lo stesso attore – è combattivo, determinato, onesto e voglioso di ingrandire la propria attività commerciale. Deve però fare i conti con la camorra e le richieste di pizzo. Rimane sotto scacco ma temporeggia, trova delle scusanti, cerca di proteggere sua moglie ed i suoi figli. Si trova però ad essere violentato psicologicamente dai suoi aguzzini. A “salvarlo” arriverà sua moglie che denuncerà i fatti e “farà i nomi”, con un grande atto di coraggio che è anche un atto d’amore. Perché – sottolinea Tidona -, come dico io, l’amore fa compiere miracoli”. “Il coraggio di Angela”, che vede come interprete femminile Lunetta Savino, è l’ennesimo film-tv che trae spunto da piccole grandi storie italiane. “E’ un periodo abbastanza particolare – spiega ancora l’attore modicano -. C’è da una parte la presa di coscienza piena su certi temi, dall’altra, e nessuno si scandalizzi, chi produce certe fiction o certi film punta all’audience e a ciò che in quel momento interessa il pubblico. In primavera andrà in onda un’altra produzione di cui sono protagonista, “L’uomo di Nomadelfia” che segue questo filone della realtà che si trasforma in fiction. E’ solo che però sono poche – ammette Tidona -. Sono buone produzioni in una televisione infarcita di grandi fratelli, amici e nemici e chi più ne ha più ne metta”. Inevitabile l’accenno a Modica. “Se penso che quando me ne andai giurai di non tornare più, rido – confessa Tidona – perché adesso non vedo l’ora di tornare e soprattutto non vorrei andarmene. Ho scoperto che le radici esistono e cosa ciò significhi. Più vengo e più mi rendo conto che è lì il mio habitat, sia umano che naturale e sto bene. Sento che Modica ha una forza insita che non so definire. Certe cose si sentono, non si descrivono. E più ne parlo più ho voglia di vedere il Castello. Per fortuna che mercoledì sarò lì”. Giusto in tempo per la Madonna Vasa Vasa? “Si, mi manca da troppo tempo e quest’anno voglio godermela. Sarò in piazza Monumento”.

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