TRUFFA ALLA CONAD SICILIA. IL TRIBUNALE DI MODICA CONDANNA TRE DEI CINQUE IMPUTATI

La vicenda legata alla maxi truffa perpetrata nel 2003 ai danni della Conad Sicilia si chiude con le sentenze emesse dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, che ha condannato tre dei cinque imputati, ha assolto una donna, mentre ha dichiarato la nullità degli atti riguardo alla posizione di Filippo Fardelli, 57 anni, romano, difeso dagli avvocati Raffaele Rossino ed Alfonso Cannata. Il magistrato modicano ha inflitto otto mesi di reclusione e 400 euro di multa a Renato Fiacchi, 60 anni, di Roma, a Carmelo Chetti, 41 anni, di Gela, e a Daniele Zago, 41 anni, ragusano, con la sospensione condizionale per i primi due ed il condono per il terzo. I tre sono stati condannati anche al risarcimento danni nei confronti della parte civile. Assolta per non avere commesso il fatto Mirella Quattrocchi, 38 anni, gelose. Il pubblico ministero, Diana Iemmolo, aveva chiesto la condanna ad un anno e 6 mesi di reclusione e 600 euro di multa per Fiacchi, Chetti e Zago, ad un anno e 7 mesi di reclusione e 800 euro di multa per Fardelli e l’assoluzione per la Quattrocchi. La polizia arrestò gli imputati nel 2003 all’interno della sede della Conad, sulla Modica Mare, dove era stato fissato l’appuntamento per la trattativa che doveva consentire al gruppo di associarsi alla Conad. Uno di loro fu bloccato nei pressi del Viadotto sull’Irminio Secondo l’accusa, i cinque, in concorso e con artifizi vari, avrebbero architettato la truffa con l’intento di contrarre un rapporto commerciale per un ammontare di 300 mila euro producendo come garanzia delle fideiussioni stipulate con la Sofico di Roma che poi risultarono false. Nel corso del dibattimento il giudice aveva escusso il notaio romano, Federico Lepre, la cui firma apocrifa era stata utilizzata unitamente al sigillo notarile sulla procura falsa di Carlo Mariangelo, amministratore della Sofiso. L’anziano professionista, appositamente fatto giungere da Roma, aveva confermato che la firma sull’atto ed il timbro non erano suoi. Oltre all’accusa di truffa era contestato agli interessati il falso per avere messo su una falsa scrittura privata redatta dal notaio di Roma in favore di Fardelli e di avere stipulato false fidejussioni. Il reato di falso è contestato anche singolarmente a Fardelli in quanto avrebbe falsificato la firma.

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