LA PIATTAFORMA “VEGA OIL” AL LARGO DI MARINA DI MODICA, RISCHIA DI SPROFONDARE. INDAGINE DELLA PROCURA

La piattaforma petrolifera galleggiante "Vega Oil", che opera nello specchio di mare tra Marina di Modica e Sampieri rischia di sprofondare in acqua. E’ quanto denunciato alla Procura della Repubblica di Modica dalla Capitaneria di Porto di Pozzallo, determinando, di conseguenza, l’avvio di un’inchiesta che ha provocato, al momento, l’iscrizione di tre iscritte nel registro degli indagati. L’ipotesi di reato è disastro Colposo e gravi violazioni al Codice di Navigazione. Gli indagati sono l’armatore della piattaforma originario di Genova, il rappresentante legale della compagnia petrolifera e il responsabile dell’attività di estrazione. E’ già stato stato disposto un incidente probatorio dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, che servirà ad effettuare una consulenza tecnica circa il reale stato in cui versa la piattaforma petrolifera. L’obiettivo è quello di accertare se le effettive condizioni strutturali siano ancora conformi alle norme sulla sicurezza e se esistono pericoli per l’incolumità delle decine di persone che lavorano nella struttura e che potrebbero produrre ripercussioni anche per i naviganti. L’incarico peritale è stato affidato al professore Carlo Bertorello di Napoli. Le determinazioni del consulente tecnico d’ufficio saranno rese note nell’udienza fissata per il prossimo sette maggio. I tre indagati sono patrocinati dagli avvocati Antonio Borrometi, Giuliano Pisapia ed Ettore Randazzo. La presunta circostanza del cosiddetto rischio di sommersione per la piattaforma petrolifera galleggiante era stata accertata dalla squadra della Capitaneria di Porto preposta per controlli di questo genere. L’organismo avrebbe effettuato certosine perlustrazioni sull’impianto "Vega Oil", e dalle risultanze è emerso che mancherebbero, di fatto, le più elementari condizioni imposte dal Codice della Navigazione in materia di sicurezza. Prescrizioni violate a causa delle condizioni non proprio ottimali in cui verserebbe la piattaforma petrolifera galleggiante. Proprio per questo l’impianto a mare rischierebbe, addirittura, di affondare, con gli immaginabili quanto gravi rischi che ne deriverebbero per le persone che vi ci lavorano giornalmente. La tesi della Capitaneria di Porto di Pozzallo, però, non coincide con quella dei difensori, secondo i quali tutto sarebbe a posto, come certificato dalla documentazione sottoposta all’attenzione del magistrato che, alla luce di ciò, ha deciso di incaricare il consulente tecnico per l’effettuazione della perizia. Stando alla denuncia, sembra che da diversi mesi la “Vega Oil” sia deficitaria sotto il profilo delle condizioni strutturali, facendo venir meno il fondamentale requisito della sicurezza. Nonostante i reiterati richiami, pare che i tre indagati abbiano risposto “picche”.

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