Lancette un’ora avanti nella notte fra stasera e domani: alle 02:00 del 30 marzo scatta infatti l’ora legale, che resterà in vigore nei prossimi 7 mesi, fino alla notte del 26 ottobre prossimo. Finisce così il periodo di ora solare, con l’obiettivo di recuperare un’ora di luce in più a fine giornata. Con benefici anche per quanto riguarda i consumi energetici: solo sul fronte elettrico Terna, la società cui fa capo la rete nazionale di trasmissione, prevede risparmi per 84 milioni di euro. Vale a dire circa 646,2 milioni di chilowattora di elettricità consumati in meno. La storia dell’ora legale, che tra sabato e domenica costringerà ad un’ora di sonno in meno, nasce nel Settecento. Il primo a teorizzarla fu Benjamin Franklin il quale – facendone l’oggetto di un articolo sul Journal de Paris – individuò nell’adozione per convenzione di un’orario diverso che ‘inseguisse’ il sole e quindi la luce, un modo per ottenere dei risparmi energetici. L’idea non ebbe grande seguito anche perchè, all’epoca di Franklin, i risparmi sarebbero stati relativamente bassi (lo scienziato pensava, ad esempio, alle poche candele che si sarebbero consumate sia nelle case che nei castelli di fine ‘700). I calcoli sono oggi ben diversi, visti i consumi nei Paesi più industrializzati. Oltre un secolo dopo (nel 1907), l’idea venne ripresa dal britannico William Willet, e questa volta trovò seguaci: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna, soprattutto in tempo di guerra, quando il risparmio energetico è una vera priorità. Anche in Italia l’ora legale è stata adottata per la prima volta nel 1916, dal 3 giugno al 30 settembre. Negli anni successivi l’inizio fu anticipato a marzo. La norma rimase in vigore fino al 1920 e poi venne abbandonata. Dopo 20 anni, però, si decise di farvi di nuovo ricorso: Mussolini decretò che era necessaria e la riammise. L’ora legale così tornò in auge nel 1940 e negli anni del periodo bellico, e vi rimase fino al 1948, anno in cui venne nuovamente abolita. L’adozione definitiva risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica. Per i primi tredici anni venne stabilito che l’ora legale dovesse rimanere in vigore dalla fine di maggio alla fine di settembre (dal 22 maggio al 24 settembre). Dal 1981 al 1995, invece, si stabilì di estenderla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Il regime attuale è entrato in vigore nel 1996 quando si stabilì di prolungarne ulteriormente la durata dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre. Sono ormai quasi tutti i paesi industrializzati che, proprio in virtù dei risparmi possibili, hanno adottato l’ora legale, secondo un criterio di fissazione delle date di inizio e fine il più possibile coincidenti, soprattutto per non complicare gli orari dei vettori aerei, anche in considerazione delle stagioni e delle necessità di Stati che si trovano in emisferi diversi. Quindi l’ultima settimana di marzo che in Europa (compresa la Russia) segna l’inizio del regime di ora legale, nell’emisfero australe ne celebra la fine. Ma c’è anche qualcuno che, come il Giappone, non aderisce all’ora legale: a mettere i bastoni tra le ruote (come in passato anche in Francia) sono stati gli agricoltori, visto che è soprattutto nelle prime ore della mattina che è concentrato il lavoro nei campi ed è allora che serve più luce. Le lancette non si spostano anche in gran parte del resto dell’Asia, come in Africa. Qualche incertezza, infine, per l’orologio di chi decide di visitare l’Antartide: qui l’ora legale – e quindi solare – cambia a seconda di quale bandiera sia issata sulle basi che sono state istituite per motivi scientifici (ma non solo) sull’immensa placca di ghiaccio.
Stanotte scatta l’ora legale. Lancette avanti di 60 minuti fra stasera e domani, il nuovo orario resterà in vigore fino al prossimo 26 ottobre. In Italia è stata adottata per la prima volta nel 1916
- Marzo 29, 2008
- 11:08 am
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