Indagine chiusa sull’omicidio del romeno Costel Adomnitei. A determinare la svolta nelle indagini un connazionale della vittima che si è presentato presso il Commissariato di Vittoria, per segnalare di aver rinvenuto il cadavere di un suo amico all’interno di un casolare sito sullo stradale Cicchitto. Sul posto si recava la polizia che constatava l’esistenza di un cadavere. Il rumeno dichiarava, altresì, di conoscere la persona deceduta per Costel Adomnitel. Sul luogo del delitto si recava personale della Polizia Scientifica per i rilievi del caso e, successivamente, il medico legale, Marisa Iannì che effettuava le operazioni di identificazione, ricognizione di cadavere e accertamento della causa della morte presso l’obitorio del locale cimitero ove la salma veniva trasportata su disposizione del P.M. di turno, presente sul posto, Marco Rota. Il medico legale constatava che il corpo presentava una serie di traumi e che la morte risaliva ad almeno 36 ore prima, per trauma cranico e toraco-addominale chiuso”, ritenendo opportuno l’esame autoptico. Veniva escusso a sommarie informazioni il cittadino rumeno che aveva rinvenuto il cadavere, il quale dichiarava di essere amico di ADOMNITEI, e che venerdì sera, verso le ore 19.30, lui, Adomnitel e tale Constantin, erano andati a cenare da padre Beniamino Scucces. Poi erano usciti insieme; ADOMNITEI era andato solo verso il casolare, CONSTANTIN si era allontanato da solo, ma senza sapere per dove, e lui era andato in piazza Dante Alighieri a bere vino. I soldi, 2 euro, per comprare il vino glieli aveva dati ADOMNITEI dopo aver cenato. Il testimone rumeno non aveva soldi ed era sicuro che nemmeno CONSTANTIN avesse soldi. Al contrario, ADOMNITEI aveva circa 13 euro che aveva accumulato chiedendo l’elemosina. Il testimone gli aveva chiesto 2 euro per comprarsi il vino e ADOMNITEI glieli aveva elargiti senza problemi perché erano amici. CONSTANTIN era presente quando ADOMNITEI gli aveva dato i 2 euro, ma non chiedeva soldi. Il testimone, quando aveva finito di bere, si era recato al casolare. Erano circa le ore 21.00. Giunto al casolare ha trovato ADOMNITEI morto. Gli metteva le mani nelle tasche per vedere se c’erano i soldi che gli aveva fatto vedere da padre Beniamino, ma i soldi erano spariti. Avendo capito che era morto, era uscito immediatamente recandosi in piazza Dante Alighieri per cercare qualche amico che chiamasse un’ambulanza. Erano, più o meno, le 22.00, e, tornato in quella piazza, trovava CONSTANTIN, da solo, che stava bevendo vino bianco. Il testimone era sicuro che CONSTANTIN non avesse soldi perché, prima di chiedere i soldi a ADOMNITEI, aveva chiesto un euro a CONSTANTIN, ma questi gli aveva risposto che non aveva niente. Quando ha incontrato CONSTANTIN in piazza Dante Alighieri, gli riferiva che ADOMNITEI era morto, ma lui rispondeva “no, non è morto”. Quindi CONSTANTIN prendeva il suo cellulare e, dopo aver digitato un numero, diceva: ”ambulanza vieni in piazza Dante Alighieri per andare a prendere un amico malato”. Rimetteva il telefonino in tasca e, insieme, hanno aspettato l’ambulanza. Quando CONSTANTIN ha finito di bere il vino si è allontanato dicendo, a seguito di domanda su dove andasse, che andava in stazione. L’ambulanza non è arrivata e, quindi, il testimone capiva che CONSTANTIN aveva solo finto di chiamare i soccorsi. Prima di allontanarsi, CONSTANTIN diceva “l’ambulanza non arriva, vai a casa che non è morto. Io vado in stazione ad incontrare amici rumeni”. Il testimone andava al casolare e si metteva a dormire stendendosi accanto al corpo di ADOMNITEI. Domenica mattina, alle ore 10.00, il testimone aveva incontrato un tunisino che gli diceva di aver visto CONSTANTIN che si toglieva una maglietta sporca di sangue che gettava vicino ad una casa abbandonata nei pressi della stazione di Vittoria. Personale operante si recava sul posto e, all’interno di un casolare abbandonato notava 3 individui, immediatamente identificati, uno dei quali risultava il CONSTANTIN. Venivano, altresì, identificati i due individui in sua compagnia uno dei quali risultava essere il tunisino di cui aveva parlato il testimone. Nel frattempo continuava il sopralluogo alla ricerca del capo di vestiario e, nei pressi, veniva rinvenuta una maglia di colore verde con macchie di incerta natura che veniva sequestrata per accertamenti. Il tunisino riferiva di conoscere il testimone rumeno e Costantin per averli visti alcune volte andare a mangiare insieme alla Caritas, descrivendo il testimone per una brava persona che non ha mai creato problemi, mentre Costantin per un tipo pericoloso che molte volte costringe la gente a consegnargli i soldi, minacciandoli, e che, addirittura, a volte, dopo aver bevuto, si tagliava le braccia con un coltello per far vedere quanto era forte. Il tunisino, inoltre, confermava quanto dichiarato dal testimone in merito alla maglietta intrisa di sangue, aggiungendo che, nella mattinata di ieri, prima delle 11.00, aveva incontrato Costantin alla stazione, e che questi gli aveva detto che verso le 13.00 doveva andare a Catania, senza spiegare il motivo, ma diceva che doveva andare via. Da quel momento ogni cinque minuti gli chiedeva che ora fosse e non vedeva l’ora di partire. Considerati, pertanto, i gravi indizi di colpevolezza e l’imminente pericolo di fuga, EFTIMIE Constantin veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto e, nella serata di ieri, condotto al carcere di Ragusa a disposizione del P.M. di turno dr. Marco ROTA.
L’OMICIDIO DI VITTORIA. LA POLIZIA TRACCIA TUTTA LA VICENDA CHE HA PORTATO ALL’ARRESTO DI UN ROMENO
- Aprile 15, 2008
- 10:33 pm
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