Modica, Città di piacevolezze dolciarie dei Gattopardi siciliani

Modica, non solo capitale della nobiltà elegante, ma anche di raffinatezza gastronomica e dolciaria, al punto da richiamare l’attenzione delle famiglie aristocratiche di ogni città dell’isola, ad andare a “fare spesa”, per pranzi lauti e piatti all’insegna della squisitezza, in quella che oggi è la provincia di Ragusa. Lo scrittore Salvatore Spoto, noto alla critica ed ai lettori per “andare a passeggio nel passato alla scoperta degli embrioni della vita d’oggi, nel suo ultimo libro “I Gattopardi, storie, passioni, misteri ed intrighi dell’aristocrazia di Sicilia” (Newton & Compton Editori), che sarà presentato……….racconta quel che ha scoperto nel brogliaccio della spesa di una nobile catalana, donna Sanca Ximenes de Foix de Cabrera, e, dunque, della famiglia che ha legato i suoi fasta alle glorie di Modica: « carne, pesce, uova, in abbondanza, ma anche grano, utilizzato prevalentemente per preparare pane e pasta, orzo, olio, zucchero e miele. Risulta essere scarso, invece, il consumo di riso; per quanto si viva nel benessere, è preferibile sostituirlo con altre pietanze più economiche, meglio se prodotte in Sicilia. La ragione? Costa troppo, essendo importato dalla lontana Cina». La nobiltà, dunque, si concedeva i vizi di gola, ma con parsimonia. Con un particolare: «L’attuale provincia ragusana era luogo di prelibatezze per tutti i nobili siciliani», prosegue l’autore de “I Gattopardi”, «La carne, per esempio, veniva acquistata solo nel paese di Chiaromonte, perché di qualità eccellente ed insuperabile». Anche i dolci e, ovviamente, il cioccolato avevano grandi estimatori. Venivano preparate nelle pasticcerie, di tradizione antichissima, e nei conventi. «Soprattutto in questi – conclude Salvatore Spoto – l’attività dolciaria era talmente intensa da costringere le autorità religiose a richiamare le monache ai doveri religiosi, diffidandole dal preferire la preparazione e il consumo di dolci alle preghiere».

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