ORTOPEDICO DEL “MAGGIORE” DI MODICA ASSOLTO DALL’ACCUSA DI LESIONI COLPOSE NEI CONFRONTI DI UNA DONNA

Alla fine ha ottenuto giustizia e, probabilmente, anche la parte offesa ha capito l’innocenza dell’imputato visto che alla vigilia delle conclusioni del processo è stata ritirata la costituzione di parte civile. A.C., ortopedico di 48 anni, originario della provincia di Siracusa, in servizio presso l’Ospedale Maggiore, difeso dagli avvocati Enzo Cavallo e Tommaso Berretta, è stato assolto con formula piena dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Giovanna Scibilia, perché il fatto non sussiste. II pubblico ministero, Diana Iemmolo, ne aveva chiesto, invece, la condanna. Il professionista era accusato di lesioni nei confronti di una donna. Lo aveva denunciato una donna di Pozzallo, Veronica Oddo, secondo la quale il 18 ottobre del 2004, a seguito di un infortunio domestico, l’ortopedico avrebbe commesso un errore diagnostico non scusabile in sede di visita specialistica a seguito di richiesta del Pronto Soccorso del "Maggiore" e di esami radiografici ed avrebbe determinato l’aggravamento delle lesioni traumatiche patite. La donna avrebbe accusato un dolore diffuso a tutto il rachide, ma l’imputato, sempre secondo l’accusa, non avrebbe esaminato il tratto dorsale. Questo avrebbe determinato, pertanto, un ritardo nel trattamento terapeutico consequenziale che, invece, sarebbe stato eseguito dieci giorni dopo presso il Poliambulatorio di Pozzallo attraverso l’applicazione di un tutore e la terapia medica adeguata con riposo e busto ortopedico per più di quaranta giorni. Il giudice, in precedenza, aveva nominato dei periti, il professore Giuseppe Cascio, medico legale di Catania, ed il dottor Giorgio Assenza, ortopedico. Il difensore dell’imputato aveva nominato, dal canto suo, un perito di parte, il dottor Giorgio Cavallo. “Chiedo – ha concluso l’avvocato Enzo Cavallo – che al mio assistito sia fatta giustizia e restituita la serenità che per più di 3 anni gli è mancata per la spada di Damocle che pendeva su di lui, pur sapendosi innocente”. Il magistrato giudicante ha accolto la richiesta della pubblica accusa ed ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica per verificare se si ravvisano gli estremi per procedere contro il radiologo ed il medico di turno del Pronto Soccorso nel giorno del ricovero.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa