PROCESSO PER FACILI CONCESSIONI EDILIZIE. I PERITI CHIEDONO 90 GIORNI PER LE CONCLUSIONI. CONCESSI

Novanta giorni di tempo. E’ quanto hanno chiesto i due nuovi periti nominati dal Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere)che riguarda le concessioni per la costruzione di un kartodromo, in Contrada Bellamagna-Zimmardo, e di un impianto di biomassa, presso Cava Giarrusso, sulla Modica-Mare. Il professore Salvatore Brullo, vice direttore del Dipartimento Botanico presso l’Università di Catania, e del dottor Giampietro Giusto Del Galdo, direttore di Ricerca di Scienze Ambientali presso l’ateneo catanese, hanno assunto l’incarico attraverso il giuramento ed hanno comunicato che inizieranno le operazioni peritali sulla vasta area oggetto del procedimento che si aggira sui 57 ettari, il prossimo 10 giugno alle 10,30. Il presidente del Collegio ha consegnato i quesiti sui quali i due Ctu dovranno dare delle risposte e tra questi dovranno accertare attraverso indagini forestali e tecniche se cava Gisana rientra nella Macchia Mediterranea ed eventualmente se insistono le cinque specie di alberi previste oltre a verificare se ci sono attività agricole. Qualora esista la Macchia Mediterranea dovranno accertare se esiste la relativa fascia di rispetto e l’ampiezza e, dunque, se l’impianto di biomassa ricade nella fascia di rispetto. Stessi quesiti per Cava Ceglie, zona dov’era stato tracciato il kartodromo. Prima del rinvio dell’udienza al prossimo 24 settembre, l’avvocato Antonio Borrometi, che patrocina una delle parti civili, ovvero il Movimento Azzurro, ha comunicato la nomina di un perito di parte e cioè l’agronomo Pierantonio Calabrese. Uno dei difensori degli imputati ha nominato, invece, il professore Cangemi dell’Università di Palermo, gli altri avvocati si sono riservati sull’eventuale nomina di periti nei tempi tecnici previsti. Resta, dunque, ancora aperto il dibattimento dopo la deliberazione dei magistrati circa la nomina dei due Ctu successiva alle richieste del pubblico ministero, Maria Mocciaro, di otto condanne per quasi dieci anni di arresto e 90 mila euro di multa e cinque assoluzioni, tra le quali quelle dei funzionari della Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Ragusa. L’indagine scaturì dalle denunce che furono presentate da alcuni residenti delle due zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente. Nel processo si sono costituiti parte civile il Ministero per l’Ambiente, gli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali, attraverso l’Avvocatura dello Stato, oltre al Movimento Azzurro, a Legambiente, e ad una ventina di proprietari di alcuni terreni confinanti con le aree sottoposte ai vincoli ambientali e paesaggistici.

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