CORTE D’APPELLO. MODICANI SE LE DANNO DI SANTA RAGIONE. ASSOLTI ANCHE IN SECONDO GRADO

La Corte d’Appello di Catania ha modificato la motivazione assolutoria emessa dal giudice del Tribunale di Modica, nei confronti di uno degli imputati. Per Salvatore Peluso, 49 anni, modicano, difeso dagli avvocati Salvatore Campanella e Nino Frasca Caccia, è arrivata la sentenza con la formula “il fatto non costituisce reato”. A Modica l’uomo era stato assolto, insieme con Carmelo Basile, difeso dall’avvocato Giorgio Terranova, per mancanza di prove. La vicenda risaliva al 2002. Una sera, intorno alle 23, il Peluso notò un’autovettura Fiat Uno, entrare in una stradina di sua proprietà. Non riuscendo a capire chi fosse alla guida posizionò dei massi all’imbocco della stradella. Quando il veicolo andò per uscire, non potè farlo. Nel frattempo sopraggiunse il Peluso il quale accertò che alla guida c’era un vicino di casa, il Basile per l’appunto. Quest’ultimo scese dall’auto. Tra i due scoppiò una lite che coinvolse il figlio e la moglie del Peluso ed il figlio del Basile. Alla fine quest’ultimo finì in ospedale per la frattura dell’anulare sinistro. Secondo il conducente del veicolo, il Peluso avrebbe cercato di aprire con la forza lo sportello dall’auto, deformandolo, quando il contendente vi si era rifugiato dentro, poi avrebbe cercato di ribaltare la Fiat Uno. Basile ha sostenuto anche che l’avversario avrebbe tentato di tirarlo fuori dal finestrino. Peluso, dal canto suo, ha sostenuto di essersi difeso, quando l’avversario sarebbe salito in macchina ed avrebbe impugnato un bastone. “In quell’occasione – ha detto – per evitare che usasse l’arma contundente ho spinto lo sportello per non farlo scendere. Entrambi erano nella duplice veste di imputati e parti offese(con Peluso era stato indagato anche il figlio minore che il Tribunale per i Minori di Catania aveva assolto). In appello è ricorso sono Peluso.

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